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Come monitorare la qualità dell’aria indoor: iniziamo dalle basi

Monitorare la qualità dell’aria indoor è il primo passo per acquisire consapevolezza di quanto l’aria che si respira in un ambiente chiuso può essere inquinata, in modo da ricorrere alle giuste soluzioni per migliorarne la salubrità.

Non è solo l’aria esterna ad essere inquinata. Anche l’aria che ogni giorno si respira in casa, a lavoro o sui mezzi pubblici può essere contaminata da varie fonti di inquinamento biologiche, chimiche e fisiche dannose. E uno spazio contaminato può compromettere il benessere di chi vive e lavora in un ambiente confinato per un periodo di tempo prolungato.

In questo articolo ci occuperemo del tema del monitoraggio della qualità dell’aria, inteso come passaggio fondamentale per preservare la salubrità di un ambiente indoor e renderlo sicuro per chi lo frequenta.

Qual è il significato di aria indoor

Il termine “aria indoor” si riferisce espressamente all’aria interna che si respira negli ambienti confinati in cui è prevista la presenza di persone, ovvero:

  • Abitazioni civili;
  • Uffici pubblici e privati;
  • Mezzi di trasporto pubblici e privati;
  • Strutture sanitarie e comunitarie (scuole, ospedali, case di riposo, caserme, alberghi ecc…);
  • Ambienti destinati al tempo libero.

L’aria indoor proviene dall’aria esterna dell’atmosfera (outdoor) ma, in assenza di un’adeguata ventilazione naturale e/o artificiale, la sua qualità tende inevitabilmente ad alterarsi.

Negli ambienti confinati o semi confinati, infatti, l’ossigeno presente nell’aria si riduce gradualmente, mentre con la respirazione e traspirazione umana sono immessi in circolo anidride carbonica, vapore acqueo ed altre sostanze organiche.

A queste vanno poi aggiunte altre sostanze inquinanti che contribuiscono a rendere ulteriormente insalubre l’aria che si respira in un ambiente chiuso.

Inquinanti dell’aria indoor: quali sono?

Il Ministero della Salute definisce l’inquinamento indoor come: “ la modificazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica interna, dovuta alla presenza di sostanze con caratteristiche tali da alterarne le normali condizioni ambientali e di salubrità…”.

Le sostanze inquinanti, che costituiscono un pericolo diretto o indiretto per la salute dell’uomo, possono essere classificate come:

  1. Agenti chimici (fumo di tabacco, ossidi di zolfo e azoto, monossido di carbonio, ozono, particolato, benzene, formaldeide, amianto, benzene, composti organici volatili);
  2. Agenti biologici (muffe, allergeni, acari, funghi, batteri, virus e parassiti vari);
  3. Agenti fisici (radon, campi elettromagnetici e rumore).

Nel prossimo paragrafo vedremo quali sono le principali fonti di questi inquinanti e quali sono i rischi per il benessere dell’essere umano.

Fonti di inquinamento indoor

I suddetti inquinanti in grado di alterare e compromettere la qualità dell’aria indoor provengono in parte dall’esterno, ma molte sono prodotte da fonti interne ad un certo ambiente.

  • Bioeffluenti e contaminanti biologici degli occupanti (uomo, animali);
  • Processi di combustione (fumo, cottura cibi, riscaldamento);
  • Polvere;
  • Materiali da costruzione e di rivestimento;
  • Prodotti per la pulizia;
  • Arredi;
  • Fotocopiatrici;
  • Impianti (condizionatori, umidificatori, idraulici);
  • Impianti elettrici, radio e tv.

L’insalubrità dell’aria di uno spazio confinato può provocare diverse patologie a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare, e favorire la cosiddetta “Sindrome da edificio malato” (Sick Building Syndrome).

La gravità o meno di tali patologie dipendono dalla quantità di inquinante al quale si è esposti, dalla sua pericolosità, dalla durata dell’esposizione e in parte anche dalla suscettibilità individuale.

Da quali fattori dipende la qualità dell’aria in un ambiente interno

Una buona qualità dell’aria in un ambiente indoor è un requisito fondamentale per garantire il comfort ed il benessere psico-fisico degli occupanti.

I parametri fisico-ambientali che esprimono il grado di qualità dell’aria indoor (Indoor Air Quality – IAQ) sono soprattutto:

  1. Livello di concentrazione di CO2 e componenti organici volatili (VOC);
  2. Temperatura;
  3. Umidità relativa dell’aria;
  4. Pressione atmosferica;
  5. Acustica;
  6. Illuminazione;
  7. Ventilazione.

Questi componenti sono tutti interconnessi tra loro e la percezione di piacevolezza dell’aria e comfort termo-igrometrico è data proprio dalla somma delle risposte sensoriali degli individui che occupano un ambiente, rispetto a questi fattori.

Al giorno d’oggi, la valutazione della qualità dell’aria indoor è diventato un aspetto importante e prioritario per molte aziende, interessate a monitorare le condizioni ambientali in modo da tutelare la salute dei propri lavoratori e massimizzarne la capacità produttiva.

Come monitorare l’inquinamento dell’aria indoor

Il monitoraggio degli inquinanti presenti nell’aria indoor consiste nella misurazione di agenti e microrganismi aerodispersi potenzialmente dannosi per la salute.

Il monitoraggio indoor si può effettuare mediante dispositivi specifici dotati di sensori in grado di rilevare molteplici tipi di inquinamento e un numero svariato di parametri che possono contribuire a rendere l’aria interna insalubre, come:

  • Campi elettromagnetici (alta e bassa frequenza);
  • Particolato PM 2.5 (peli di animali, polvere, polline ecc…);
  • Composti organici volatili (come la formaldeide);
  • Anidride Carbonica (CO2);
  • Temperatura dell’aria (da cui può dipendere la velocità e l’intensità di molti componenti volatili);
  • Umidità relativa al di sotto del 70%, in modo da non favorire l’inquinamento di natura microbiologica;
  • Gas radon.

Una volta raccolti i dati, le misure ricavate vengono valutate e comparate con i valori limiti di salubrità dell’aria, ovvero i livelli standard di concentrazione degli inquinanti all’interno di un ambiente, oltre i quali l’esposizione agli inquinanti può risultare pericolosa.

Quali sono i valori limite dell’inquinamento indoor

I valori limite di salubrità dell’aria indoor sono rintracciabili all’interno delle Linee guida per la qualità dell’aria indoor che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha messo appunto per i paesi della Comunità Europea.

Questo documento fa riferimento in particolare ad alcuni tipi di inquinanti, presenti negli ambienti confinati, associati a determinati tempi di esposizione. I valori guida indicati si riferiscono ai livelli di concentrazione di un inquinante che non determinano effetti dannosi per la salute.

Tabella – Linee Guida per la qualità dell’aria interna e rischio unitario relativo ad alcune sostanze inquinanti (WHO, 2010) – Fonte: Notiziario dell’ISS n. 5, Maggio 2012

La stima del rischio unitario (Unit Risk – UR) è da intendersi come il rischio della manifestazione di tumore all’interno di una popolazione, ipoteticamente esposta costantemente ad un certo agente inquinante nell’aria.

Per una corretta interpretazione ed utilizzo dei dati menzionati si raccomanda di consultare il lavoro originale dell’OMS: WHO guidelines for indoor air quality: selected pollutants. 2010.

Riferimenti normativi

In Italia non esiste una normativa specifica relativa al controllo ed al monitoraggio della qualità dell’aria indoor. Tuttavia è possibile colmare questo vuoto normativo facendo riferimento a:

Come migliorare la qualità dell’aria indoor?

Una qualità accettabile dell’aria indoor si può ottenere predisponendo ed assicurando all’interno di un ambiente:

  • Efficace ricircolo dell’aria;
  • Filtrazione dell’aria;
  • Controllo della temperatura e dell’umidità interna.

A tutto ciò, può aggiungersi anche un’accurata disinfezione dei sistemi di canalizzazione dell’aria, un’operazione che contribuisce efficacemente alla riduzione della trasmissione di microrganismi ed agenti patogeni dispersi nell’aria interna di un ambiente.

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