Salubrità Aria indoor

Acqua, Aria e Salubrità Indoor

Da sempre il progresso medico e il raggiungimento del massimo livello igienico sono state legate soprattutto all’acqua, al suo livello di contaminazione e di trasmissione di varie malattie. L’attuale pandemia come non mai ha posto l’accento anche sull’aria e sulle malattie respiratorie degli ambienti indoor.

L’Igiene è il ramo della medicina che si occupa dello studio, dell’insegnamento e dell’attuazione delle misure individuali e collettive atte a salvaguardare il mantenimento della salute fisica e mentale.

Il progresso di una civiltà si misura anche attraverso il livello di igiene raggiunto poiché la salvaguardia della salute individuale e collettiva è un bene specifico delle civiltà più evolute.

Negli ultimi 100 anni una delle azioni prevalenti volte al raggiungimento di un elevato livello igienico, è stata quella riguardante il trattamento e la disinfezione delle acque.

L’acqua è vita: qualsiasi insediamento umano e qualsiasi attività ad essa correlata, deve avere come iniziale e minimo presupposto la disponibilità di acqua potabile non contaminata, sia chimicamente che microbiologicamente.

L’acqua contaminata è veicolo di tantissime malattie:

  • Colera;
  • Tifo;
  • Dissenteria;
  • Epatite;
  • Giardiasi;
  • Filariosi di Medina;
  • Schistosomiasi.

Il trattamento specifico delle acque è uno dei principali strumenti di controllo e contenimento di svariate patologie che nel corso della storia hanno creato rilevanti problemi sanitari.

Ma l’acqua è l’unico elemento da considerare per ottenere un soddisfacente livello igienico? Certamente no.

La salubrità dell’ambiente è un altro parametro fondamentale intimamente legato all’acqua. La bonifica di siti malsani e contaminati ha permesso di creare habitat più idonei all’uomo e di contenere numerose malattie, ad esempio la malaria.

Ma c’è una considerazione da fare: l’indiscriminata azione dell’uomo nei confronti dell’ambiente è la causa principale delle malattie emergenti soprattutto virali.

Tuttavia, ci sono altri ambienti non naturali che devono essere considerati e che spesso sono ampiamente sottovalutati a livello di impatto sulla salute pubblica: gli ambienti chiusi.

Quali sono i rischi per la salute negli ambienti indoor

Per ambienti chiusi intendiamo tutti gli spazi delimitati e costruiti dall’uomo deputati allo svolgimento di varie attività e che possono ospitare singoli individui o intere collettività (scuole, uffici, mezzi di trasporto, centri commerciali, auditorium, automobili, abitazioni).

Le persone passano almeno l’80% del proprio tempo all’interno degli ambienti chiusi e l’impatto di una cattiva qualità dell’aria di tali ambienti sulla salute ha un importante significatività. Perciò è un aspetto da essere costantemente monitorato e attenzionato.

Da decenni sono note le implicazioni sanitarie di una scarsa qualità dell’aria negli ambienti chiusi. Ma mai come in questo periodo gli studi scientifici stanno facendo luce sulla modalità con cui i patogeni si diffondono in tali spazi.

In generale, le malattie collegate agli ambienti indoor sono classificate come:

  1. Building Related Illness (Malattie Associate agli Edifici);
  2. Sick-Building Syndrome (Sindrome dell’Edificio Malato).

Nel primo gruppo rientrano le patologie aventi un quadro clinico ben definito, per le quali può essere identificato uno specifico agente causale presente nell’ambiente.

Vi sono incluse le patologie causate da specifici agenti biologici, chimici e fisici. Sono in generale patologie a carica dell’apparato respiratorio, epidermico e delle mucose, del sistema nervoso ed immunitario (asma, febbre, legionellosi, alveolite allergica)

Al secondo gruppo appartengono, invece, sintomatologie caratterizzate da effetti neuro-sensoriali che determinano condizioni di malessere, diminuzione del comfort degli occupanti e percezione negativa della qualità dell’aria.

I sintomi sono avvertiti dalla maggior parte delle persone abitanti dell’edificio e le cause sono ancora poco conosciute

Le implicazioni sanitarie correlate a una cattiva qualità dell’aria indoor (IAQ) sono purtroppo ben note. A dimostrazione di ciò ci sono i dati sempre più preoccupanti sui livelli di inquinamento ambientale.

Inquinamento indoor: un problema da non trascurare

L’inquinamento atmosferico è un problema di portata globale che richiede la massima attenzione. Ma a preoccupare non è soltanto quello ambientale, anche definito outdoor.

Dai dati a disposizione sappiamo che l’inquinamento indoor è responsabile almeno del 2,7% del carico globale di malattia nel mondo (dati del 2009 l’OMS, nel suo contributo dedicato ai rischi globali per la salute).

Alcuni dati del NEMIC e dell’OMS sono emblematici:
Il 30% delle persone ospitate in edifici non residenziali è colpito da forme di malessere;
Il 50% degli impianti di ventilazione è insalubre;
Circa il 50-80% degli edifici commerciali non raggiunge costantemente gli standard di conformità per una qualità dell’aria interna accettabile (NIOSH 1998).

In Europa, l’inquinamento indoor è responsabile del 4,6% delle morti per tutte le cause nei bambini da 0 a 4 anni, per infezioni respiratorie acute.

Inoltre, in alcuni Paesi europei, il 20-30% delle famiglie ha problemi di umidità nelle abitazioni con un conseguente aumento del 50% del rischio di disordini respiratori e il 13% di casi di asma infantile.

È quindi l’ambiente domestico il principale teatro dell’esposizione ad inquinanti in grado di compromettere la salute. Ma quali sono gli inquinanti che si respirano negli ambienti chiusi e cosa non va assolutamente trascurato?

Inquinamento microbiologico dell’aria: a cosa dobbiamo fare attenzione?

Fino a qualche anno fa, si dava grande rilevanza alle patologie indoor da un punto di vista di inquinamento chimico e fisico. A parte il problema Legionella, il contributo scientifico sulle evidenze di inquinamento microbiologico erano decisamente meno approfondite e studiate .

L’avvento della pandemia ha cambiato le carte in tavola. L’attenzione dei ricercatori si è così focalizzata sul fenomeno delle trasmissioni microbiche.

Le indicazioni fondamentali che sono emerse finora con il SARS-COV-2, e che valgono in generale per ogni patogeno che predilige la trasmissione airborne, sono:

  1. L’importanza dei ricambi di aria nel diluire ed eliminare gli inquinanti indoor;
  2. Il ruolo dei droplets emessi dalla persona infetta;
  3. L’influenza delle correnti d’aria nel trasportare i droplets (generate dagli impianti HVAC);
  4. Il tempo di permanenza all’interno degli ambienti chiusi e di esposizione al droplets emesso;
  5. La funzione fondamentale degli impianti aeraulici, soprattutto dove non è presente il ricircolo di aria.

Come mai prima, si sono studiati nel dettaglio i meccanismi di trasmissione del virus. Conoscendo le basi fisiche con cui questo si trasmette da persona a persona, all’interno degli ambienti indoor, diviene più facile capire le soluzioni idonee per contenere e contrastare la diffusione.

Vediamo quali sono nel prossimo paragrafo.

Prevenire i virus: attenzione allo stato degli impianti aeraulici

Nella ricerca di soluzioni utili per limitare gli effetti dell’inquinamento microbiologico indoor sono coinvolti in prima linea progettisti e ingegneri.

L’adeguamento tecnologico è indispensabile per mettere in sicurezza gli ambienti chiusi attraverso la ventilazione ed il trattamento dell’aria.

L’ambiente e le matrici ambientali sono infatti fondamentali come sentinelle per le ricadute sanitarie. Poiché il virus si trasmette per via aerea negli ambienti chiusi, le mascherine chirurgiche, il distanziamento e vaccini da soli non sono sufficienti ad evitare il diffondersi dell’infezione.

Ci sono valide contromisure di tipo tecnico-ingegneristico quali:

  • La ventilazione;
  • La riduzione dell’emissione;
  • La gestione dei tempi di esposizione e l’affollamento che possono contenere il rischio di infezione.

Ragionamento questo che punta verso soluzioni impiantistiche “classiche” opposte a quelle definite finora dalle strategie di risparmio energetico, che in sostanza puntano a isolare sempre di più gli spazi indoor.

Così facendo, in caso di future pandemie in ambito respiratorio, non dovrà essere tutto a carico del sistema sanitario e non ci faremo trovare impreparati, riuscendo a tenere i luoghi aperti.

Gli impianti aeraulici svolgono nel bene e nel male un ruolo cruciale nel contenere o diffondere le contaminazioni inquinanti, comprese quelle virali. Per questo motivo devono essere attentamente analizzati e sottoposti a specifiche valutazioni del rischio e a prassi di bonifica e sanificazione.

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