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Qualità dell’aria indoor: 5 fattori chiave

Negli ambienti di lavoro, e negli ambienti chiusi in generale, la qualità dell’aria indoor è fondamentale per assicurare ai lavoratori comfort e salute, ma non solo. 

Le stime indicano che ogni persona adulta trascorre almeno 8 ore al giorno in ufficio o comunque in un luogo di lavoro chiuso. Più l’aria interna è salubre, più alto è il benessere personale e maggiori saranno anche le performance sulla qualità del lavoro. 

Un edificio malato è un luogo caratterizzato da un’aria poco salubre ed inquinata che può dar luogo ad un quadro di sintomi, definito come Sindrome dell’edificio malato (Sick Building Syndrome), nelle persone che vi soggiornano per lungo tempo.

Ecco perché l’indoor air quality negli ambienti chiusi è un aspetto cruciale, da non sottovalutare se si vuole preservare la salute di chi lavora e frequenta quegli ambienti, tanto più oggi che si è chiamati ad affrontare gli effetti delle contaminazioni da Covid.

Ma quali sono gli elementi più importanti che concorrono a definire la qualità dell’aria negli ambienti indoor? Scoprilo continuando a leggere il nostro approfondimento.

Inquinamento indoor: cos’è e perchè fa male

Il Ministero della Salute definisce l’inquinamento negli ambienti chiusi come: “la modificazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica interna, dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria stessa e tali da costituire un pericolo ovvero un pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell’uomo.”

L’inquinamento indoor consiste, in sostanza, nella presenza nell’aria di ambienti confinati, di inquinanti:

  1. Chimici;
  2. Fisici;
  3. Biologici.

Le sostanze in grado di alterare la qualità dell’aria indoor, a prescindere della loro natura, provengono in parte dall’esterno (inquinamento atmosferico outdoor, pollini).

Tra i contaminanti biologici ci sono, ad esempio, funghi, virus e batteri. Altre sorgenti di inquinamento dell’aria possono essere gas (radon, monossido di carbonio, composti organici volatili), particelle sospese di polvere o fumo di sigaretta.

Molti inquinanti sono prodotti anche da fonti interne. Le principali fonti interne di inquinamento sono rappresentate da: 

  • Prodotti utilizzati per la pulizia;
  • Impianti (condizionatori, umidificatori, impianti idraulici);
  • Materiali per la costruzione, vernici, colle, arredi;
  • Fibre minerali;
  • Tutti i processi di combustione e le attività metaboliche di piante ed esseri umani presenti in un ambiente.

Senza un’adeguata ventilazione e ricambio periodico, attraverso le finestre o impianti di ventilazione meccanica, gli inquinanti presenti nell’aria interna si accumulano, fino ad arrivare ad una concentrazione potenzialmente dannosa per la salute umana.

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Effetti dell’inquinamento sulla qualità dell’aria indoor

Gli effetti sulla salute però sono soltanto uno degli aspetti connessi all’inquinamento dell’aria indoor, che è in grado di influenzare negativamente anche le performance dei lavoratori. Una cattiva air quality, infatti, può provocare:

  • Riduzione delle capacità cognitive;
  • Tempi dilatati di “non lavoro”;
  • Aumento delle assenze per malattia.

Questo per un’azienda si traduce in un calo sensibile della produttività e di conseguenza in un aumento di costi di produzione.

Come datore di lavoro o responsabile della sicurezza di una struttura, è necessario che tu metta in programma l’esecuzione periodica di un’analisi della qualità dell’aria indoor.

Solo così, infatti, sarai davvero in grado di prevenire ogni forma di inquinamento e tutelare il benessere dei tuoi lavoratori.

Qualità dell’aria indoor: i 5 fattori chiave che la influenzano

La misura più efficace per contrastare gli effetti negativi dell’inquinamento dell’aria indoor è, sostanzialmente, quella di prevenirlo. 

A questo proposito, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2009 ha pubblicato delle importanti Linee Guida per la qualità dell’aria indoor in cui fornisce indicazioni pratiche per garantire la salubrità dell’aria interna ed identificare i rischi per la salute mediante alcuni indicatori.

A queste si aggiungono diverse norme tecniche che nel corso degli anni hanno definito i parametri che concorrono ad influenzare la qualità dell’aria, e sui quali è necessario intervenire per preservare la salubrità degli ambienti.

Vediamo nel dettaglio quali sono.

1.Ventilazione

La ventilazione meccanica controllata (VMC) rappresenta la soluzione più immediata ed efficace per rimuovere gli inquinanti dell’aria interna.I sistemi di ventilazione meccanica immettono aria prelevata dall’esterno e purificata tramite appositi filtri.

La norma UNI 10339, che è la norma tecnica di riferimento, prevede che – per garantire un livello di benessere accettabile – gli impianti di trattamento dell’aria debbano assicurare:

  • Immissione di aria esterna pari a determinati valori minimi, considerati sempre in funzione della destinazione di utilizzo di un ambiente;
  • Movimentazione dell’aria e velocità entro certi limiti e tale da mantenere adeguate caratteristiche termiche ed igrometriche dell’aria;
  • Filtrazione minima dell’aria.

Ai fini della qualità dell’aria, inoltre, è molto importante collocare la prese d’aria esterna lontano da zone ad elevato tasso di inquinamento, per evitare l’ingresso degli inquinanti presenti nell’atmosfera, e sempre ad un’altezza maggiore di 4 m dal piano stradale più elevato di accesso all’edificio.

2.Filtrazione

La norma UNI 10339:1995 fornisce anche indicazioni per quanto riguarda la filtrazione. Nello specifico, sia l’aria proveniente dall’esterno che l’aria di ricircolo devono essere filtrate mediante filtri di classe appropriata all’efficienza degli impianti, ovvero filtri di categoria:

  • M (media efficienza);
  • A (alta efficienza);
  • AS (altissima efficienza).

Indipendentemente dalla classe appartenente, ogni filtro deve sempre essere preceduto da un’ulteriore filtro avente efficienza compresa della categoria precedente.

I filtri per poter essere efficienti  vanno periodicamente puliti o, all’occorrenza, sostituiti.

3.Umidità relativa

Una buona Indoor Air Quality è strettamente connessa anche alle condizioni termoigrometriche dell’ambiente.

Un’umidità troppo alta influisce anche sulla temperatura effettiva, esasperando tutti i malesseri ed i disagi fisici notoriamente imputabili al caldo.

 Allo stesso modo, in un ambiente secco dove il livello di umidità è basso, si possono verificare disturbi alle mucose e agli occhi.

L’ideale è mantenere l’umidità relativa costante entro un valore compreso tra il 30% e il 70%, dove il valore ottimale corrisponde a quello tra il 50% e il 60%, sia in estate che in inverno.

4.Temperatura

Per la temperatura possiamo fare lo stesso discorso dell’umidità. Temperature troppo alte o troppo basse incidono sul comfort igrometrico.

Senza un giusto equilibrio termico, le persone che lavorano in un ambiente chiuso possono sentirsi eccessivamente stanche e distratte. La temperatura ideale, dunque, varia tra i 19-22°C in inverno e tra i 24-26°C in estate.

5.Concentrazione di inquinanti 

Tra gli inquinanti indoor che incidono maggiormente sulla qualità dell’aria ci sono principalmente:

  • Anidride carbonica (CO2), prodotta soprattutto dalle attività umane;
  • Monossido di Carbonio (CO);
  • Composti organici volatili (VOC), che comprendono radon, particolato, ecc…

La norma UNI 10339 individua anche i parametri e i tassi di concentrazione minimi dei diversi inquinanti per garantire il benessere degli occupanti.

Sui limiti degli inquinanti però c’è una certa confusione data dalla molteplicità di riferimenti nazionali ed internazionali.

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Monitoraggio qualità dell’aria indoor e non solo: cosa fare per mettere al sicuro la tua azienda

Alla luce di quanto detto finora, avrai sicuramente capito quanto sia estremamente importante effettuare con una certa regolarità l’analisi dell’aria indoor.

Il controllo della qualità dell’aria indoor è l’unico strumento che hai a disposizione per tenere d’occhio le condizioni che influenzano l’aria che si respira all’interno di un ambiente, in modo da agire tempestivamente con le giuste soluzioni e migliorarne la salubrità

Ma come si misura la qualità dell’aria?

Per il monitoraggio dell’aria vengono adoperati diversi dispositivi, sensori e rilevatori ad hoc. Di solito, il misuratore di qualità d’aria professionale si differenzia in base alla metodologia utilizzata per il campionamento (attivo o passivo)

Tuttavia, monitorare l’indoor air quality non è sufficiente, né ti mette a riparo dai rischi. Anche i sistemi di condizionamento e di trattamento dell’aria meritano la tua attenzione.

In mancanza di un’adeguata e periodica manutenzione, infatti, possono diventare fonti pericolose di diffusione nell’aria di contaminanti biologici.

Cosa devi fare allora?

Un’accurata pulizia e disinfezione dei sistemi di canalizzazione dell’aria contribuisce notevolmente a ridurre la dispersione nell’aria interna di microrganismi patogeni ed inquinanti chimici.

Fai il primo passo per tutelare la salute e la sicurezza dei tuoi lavoratori con AriaSicura: più di 25 anni di esperienza testata sul campo e un protocollo collaudato e studiato per un completo ripristino a norma igienica degli impianti di condizionamento. 

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