Allarme Smog e la Qualità dell’Aria Indoor: un Approfondimento

Il problema dello smog è una sfida globale che colpisce molte aree urbane, tra cui la Pianura Padana e la città di Milano

La notizia allarmante è che il capoluogo lombardo è risultato tra le città con la peggiore qualità d’aria al mondo, secondo i dati pubblicati il 18 febbraio 2024 dal sito svizzero IQAir. Peggio di Milano, solo Delhi, Dacca e Lahore.

Anche la Pianura Padana è una delle aree più colpite dallo smog in Europa. E le condizioni geografiche e climatiche sfavorevoli contribuiscono ulteriormente all’accumulo di inquinanti nell’aria. 

Un dato che fa riflettere e ci spinge ad approfondire ancora una volta quali sono gli effetti (devastanti) dell’inquinamento esterno sull’aria che respiriamo ogni giorno all’interno degli ambienti di vita e di lavoro.

In questo articolo, ci soffermeremo sugli ultimi dati relativi allo smog in Lombardia ed Emilia Romagna, spiegando come, in questo contesto, gli impianti aeraulici ben tenuti abbiano un ruolo cruciale nel garantire una buona qualità dell’aria indoor.

Prima di proseguire, leggi anche: “Mal’Aria 2022: Dossier Legambiente”.

Allarme Smog in Lombardia e Pianura Padana: cosa dicono i dati

La notizia che sta circolando in questi giorni è una di quelle che fa rabbrividire.  Secondo le statistiche del sito svizzero IQAir, che fa affidamento sull’indice di qualità dell’aria americano AQI (Air Quality Index), domenica 18 febbraio 2024 l’aria metropolitana milanese si è classificata come la terza peggiore al mondo, con un indice di 193, preceduta solo da Dacca, in Bangladesh, Lahore, in Pakistan, e Delhi, in India.

La centralina di via Senato ha registrato in quella giornata 118 microgrammi per metro cubo di PM 2.5 e 136 di PM10, valori ben oltre la soglia di sicurezza. 

La qualità dell’aria milanese è classificata come “non salutare”. Secondo il sito svizzero, attualmente la concentrazione di PM2.5 a Milano è 29.7 volte superiore al valore guida annuale stabilito dall’OMS.

A distanza di giorni, la concentrazione di particolato sottile continua a superare i livelli consentiti, mai così alti dal gennaio del 2017. Il 21 febbraio 2024, per il quarto giorno consecutivo, è stato superato il valore limite del Pm10 in almeno 9 province su 12 della Lombardia.

Secondo Arpa Lombardia, i livelli di PM2.5 hanno raggiunto una media giornaliera di 76 μg/m³, mentre quelli di PM10 sono stati di 100 μg/m³, ben oltre il limite di 50 μg/m³. Anche i livelli di biossido di azoto (88 μg/m³) e di ozono (71 μg/m³) superano i limiti di sicurezza.

Il persistente smog è aggravato dalla mancanza di piogge e dalle temperature insolitamente elevate delle ultime settimane, che hanno causato un’immobilità dell’aria. Ed anche nella zona della Pianura Padana la situazione non è assai diversa.

Quali sono le cause dell’inquinamento a Milano e nella Pianura Padana

Le fonti primarie di particolato PM10 e PM2.5 includono principalmente

  • il traffico veicolare, in particolare i motori diesel;
  • il riscaldamento domestico alimentato a legna;
  • le attività industriali;
  • gli allevamenti intensivi (con la produzione di ammoniaca derivante dalle deiezioni animali utilizzate come fertilizzanti);
  • il traffico veicolare alimentato a benzina. 

A peggiorare la situazione critica nella Pianura Padana, anche la geografia e il clima sfavorevole delle ultime settimane. Circondata su tre lati da Alpi e Appennini, la regione ha una ventilazione limitata e una circolazione dell’aria inefficiente

Durante periodi di alta pressione e temperature elevate, come quelle delle ultime settimane, l’aria fredda si accumula nelle pianure, causando nebbie mattutine e notturne e impedendo il ricambio atmosferico, con conseguente accumulo di inquinanti

Inoltre, parliamo di un’area dove la densità di popolazione è una delle più alte d’Europa, con un elevato numero di veicoli e abitazioni che contribuiscono alle emissioni inquinanti. 

A questo contesto si aggiungono gli allevamenti intensivi e le pratiche agricole che utilizzano fertilizzanti contribuiscono ulteriormente all’inquinamento, producendo ossidi di azoto.

Secondo una ricerca dell’Unità investigativa di Greenpeace Italia in collaborazione con ISPRA, il 54% del PM2.5 è generato da una combinazione di riscaldamento domestico e allevamenti.

Per ulteriori approfondimenti, riportiamo l’articolo del 2022 “L’inquinamento atmosferico: numeri di una pandemia slow motion”, in cui in tempo di pandemia da Sars-Cov-2, ci soffermammo proprio sugli effetti del particolato atmosferico sulla salute e sul ruolo che ha nel aggravare alcune condizioni infettive.

Quali sono gli effetti dello Smog sull’Aria Indoor?

Gli inquinanti comuni dello smog esterno includono PM2.5 (particolato fine), anidride carbonica (CO2), monossido di carbonio (CO), biossido di azoto e ozono. Lo smog, oltre ad avere effetti dannosi sull’aria esterna, può anche influenzare la qualità dell’aria indoor

Le sostanze inquinanti, infatti, possono infiltrarsi all’interno degli edifici attraverso finestre, porte, sistemi di ventilazione meccanica e altre aperture, compromettendo l’aria che si respira in questi ambienti.

L’esposizione prolungata a elevate concentrazioni di agenti inquinanti può causare problemi di salute

  • irritazione delle vie respiratorie;
  • allergie;
  • peggioramento di problemi respiratori preesistenti;
  • infezioni respiratorie;
  • asma; 
  • malattie polmonari croniche;
  • malattie cardiovascolari.

Scopri come proteggere la salute dei tuoi dipendenti e garantire un ambiente di lavoro più salubre. Approfondisci il ruolo cruciale degli impianti aeraulici nella qualità dell’aria interna e le strategie per preservarla al meglio.

Che ruolo hanno gli impianti aeraulici nell’Indoor Air Quality

Gli impianti aeraulici giocano un ruolo cruciale nel contribuire a ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità dell’aria indoor (IAQ), influenzando direttamente il benessere e la salute delle persone che vivono o lavorano in ambienti chiusi. Le ragioni possono ricondursi essenzialmente a 3 punti chiave:

  1. Ventilazione e Ricambio d’Aria

Gli impianti aeraulici forniscono ventilazione meccanica, garantendo un adeguato ricambio d’aria negli spazi interni. Questo è essenziale per rimuovere gli inquinanti e mantenere livelli di ossigeno adeguati. La ventilazione riduce la concentrazione di CO2, umidità e altri contaminanti, migliorando la qualità dell’aria;

  • Filtrazione

Gli impianti sono dotati di filtri di alta qualità ed efficienza che catturano particelle sospese nell’aria, come polvere, polline, batteri e virus, contribuendo a ridurre allergeni e agenti inquinanti;

  • Controllo della Temperatura e Umidità

Garantendo il ricambio d’aria, regolano la temperatura e l’umidità, creando un microclima confortevole. L’umidità relativa ottimale, mantenuta tra il 40% e il 60%, previene la proliferazione di muffe e acari.

La normativa tecnica di riferimento per gli impianti aeraulici è la norma tecnica UNI EN 16798, che definisce requisiti di qualità dell’aria e prestazioni degli impianti negli edifici. Inoltre, stabilisce linee guida per la progettazione, l’installazione e la gestione degli impianti aeraulici al fine di garantire un ambiente interno salubre e confortevole.

Strategie per proteggere gli impianti aeraulici: cosa devi fare?

Gli impianti aeraulici possono infatti diventare fonti di diffusione di agenti inquinanti e microrganismi potenzialmente patogeni se non vengono adeguatamente mantenuti. Ecco alcune strategie che si dovrebbero adottare per garantire una buona qualità dell’aria indoor:

  1. Utilizzo di filtri di alta qualità per catturare particelle sospese nell’aria, come polvere, polline e batteri, con un grado di filtrazione adatto alle esigenze dell’ambiente;
  2. Manutenzione regolare degli impianti;
  3. Controllo periodico di sistemi di filtrazione, canalizzazioni e bocchette;
  4. Rimozione di eventuali accumuli di polvere, muffe o altri contaminanti;
  5. Pulizia e sanificazione regolare di ogni parte e componente dell’impianto;
  6. Monitoraggio e controllo della qualità dell’aria;

L’inquinamento atmosferico delle nostre città è un problema troppo grande, che va gestito con politiche ambientali efficaci, a livello nazionale e comunitario. Nel nostro piccolo, però, possiamo impegnarci ad assicurare ogni giorno una buona qualità dell’aria negli ambienti interni. 

Non si tratta solo di ridurre il livello di smog nelle zone ad alto tasso di inquinamento atmosferico, ma soprattutto di preservare la salute generale delle persone e garantire un ambiente di lavoro sicuro e confortevole.

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