Aria tossica nelle industrie: i segreti della contaminazione

L’aria tossica che si respira all’interno delle industrie può celare un pericolo silenzioso che mette a rischio la salute dei lavoratori: l’inquinamento indoor.

Sebbene spesso sia invisibile e priva di odori riconoscibili, l’aria indoor può contenere sostanze dannose che minacciano il benessere dei dipendenti. L’inalazione di queste sostanze nocive durante l’orario di lavoro è un problema grave e insidioso, un rischio serio per la salute che richiede una maggiore consapevolezza e azioni preventive.

Questo articolo esplora in dettaglio le fonti comuni di inquinamento più diffuse nelle industrie, offrendo una panoramica completa sulle sfide e le soluzioni necessarie per creare un ambiente di lavoro sicuro. 

Scopriremo come i prodotti chimici, i materiali tossici e le emissioni industriali possano compromettere la qualità dell’aria indoor respirata dai lavoratori durante il loro turno di lavoro. 

Inoltre, ci concentreremo sulle misure preventive e sulle strategie di protezione della salute dei dipendenti, delineando pratiche e protocolli per mitigare gli effetti dannosi dell’inquinamento indoor sulle persone che svolgono attività lavorative all’interno di questi contesti.

 

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Inquinamento indoor industrie: processi e attività sotto accusa

L’inquinamento indoor nelle industrie è il risultato di una complessa interazione tra una serie di processi e attività che contribuiscono alla compromissione della qualità dell’aria. 

Le fonti principali di inquinamento derivano da una varietà di pratiche industriali e operazioni svolte all’interno degli impianti.

Nello specifico, sotto accusa come fonti di emissioni di sostanze inquinanti nell’ambiente lavorativo sono soprattutto:

  1. Alcuni processi di produzione industriale: incluse le lavorazioni meccaniche, dei metalli e di materiali tossici, e la produzione di prodotti chimici;
  2. L’uso di prodotti chimici: solventi altri agenti possono rilasciare nell’aria vapori dannosi, composti organici volatili (COV), polveri sottili e altri inquinanti;
  3. Le emissioni industriali: come la gestione dei rifiuti, la combustione di carburanti per la produzione di energia elettrica o termica e il funzionamento di macchinari ad alta temperatura. 

Tutti questi processi possono generare vapori dannosi e gas nocivi come biossido di azoto, monossido di carbonio, ossidi di zolfo e particolato. 

Questi inquinanti, se non gestiti in modo adeguato, possono contribuire ulteriormente all’inquinamento dell’aria all’interno degli stabilimenti industriali. Ciò crea un ambiente di lavoro insalubre, con gravi implicazioni sulla salute dei lavoratori e sulle prestazioni lavorative che risultano compromesse.

Identificare e comprendere queste fonti di inquinamento sono cruciali se vuoi adottare strategie mirate alla riduzione delle emissioni e per implementare misure di controllo atte a proteggere la salute dei tuoi lavoratori e della tua attività.

Fonti di inquinanti indoor nelle industrie: panoramica sulle tipologie 

Come abbiamo visto, l’aria all’interno degli ambienti industriali è spesso un mosaico di sostanze nocive provenienti da una varietà di fonti. Queste sostanze, che costituiscono gli inquinanti indoor, dipendono dalla natura delle attività svolte, dalla ventilazione degli ambienti e dalle abitudini dei lavoratori

È essenziale comprendere che la composizione dell’aria indoor differisce notevolmente dall’aria esterna e che i livelli di inquinanti possono essere superiori all’interno degli ambienti chiusi.

Le fonti di inquinamento indoor possono essere classificate in diverse categorie, ognuna con il potenziale di compromettere la salute dei lavoratori e richiedere strategie di mitigazione specifiche:

Inquinanti Chimici

  • Gas di combustione come biossido di azoto, biossido di zolfo e monossido di carbonio provenienti soprattutto da fonti esterne, come il traffico e le emissioni industriali;
  • Composti organici volatili (VOC) come la formaldeide, presenti in prodotti per la pulizia, solventi e materiali da costruzione;
  • Particolato aerodisperso (PM10, PM2.5) costituito da polveri sottili, con potenziale dannoso per l’apparato respiratorio;
  • Pesticidi, amianto e altre sostanze presenti nelle attività lavorative e nei materiali utilizzati.

Inquinanti Biologici

  • Batteri, virus, funghi e muffe provenienti principalmente dagli occupanti, dalla polvere accumulata e dalla manutenzione inadeguata di sistemi di climatizzazione;
  • Allergeni come pollini, acari e peli di animali domestici, che possono causare reazioni allergiche e problemi respiratori.

Inquinanti Fisici

  • Campi elettromagnetici generati da dispositivi e impianti elettrici, come radio, telefonia mobile e apparecchiature industriali;
  • Rumore in eccesso che può creare disturbi nell’ambiente lavorativo;
  • Radon, un gas radioattivo naturale presente in varie concentrazioni in ambienti chiusi.

La comprensione approfondita di queste fonti inquinanti è fondamentale per gestire e ridurre l’esposizione dei lavoratori. Identificare, valutare e affrontare i rischi associati all’inquinamento indoor è necessario se vuoi davvero garantire un ambiente lavorativo sicuro e salubre.

Quali sono gli effetti dell’inquinamento indoor negli ambienti industriali?

Tutti questi inquinanti possono avere diversi effetti sulla salute dei lavoratori. L’esposizione prolungata a queste sostanze può causare 

  • problemi respiratori;
  • irritazioni agli occhi, alla gola e alla pelle;
  • mal di testa;
  • affaticamento e nausea. 

Inoltre, possono peggiorare le condizioni preesistenti come l’asma e le allergie, oltre a essere associati a disturbi neurologici e cardiaci.

La Sindrome da Edificio Malato (SBS), per esempio, è un insieme di sintomi aspecifici, come mal di testa, stanchezza, irritazioni oculari e respiratorie, vertigini e difficoltà di concentrazione, associati all’esposizione a inquinanti presenti negli ambienti indoor. Questi sintomi si manifestano dopo alcune ore trascorse all’interno di un edificio e tendono a risolversi rapidamente, da qualche ora a qualche giorno, una volta usciti dall’ambiente.

Le cause precise della SBS non sono del tutto chiare, ma si pensa siano legate a diversi fattori – variabili da caso a caso -, inclusi la struttura dell’edificio, i sistemi di condizionamento e ventilazione, la manutenzione, il tipo di lavoro e fattori personali. Alcuni composti chimici presenti nell’aria indoor sono sospettati di provocare irritazioni e sintomi tipici della SBS.

Studi condotti in vari paesi hanno rilevato che tra il 15% e il 50% degli occupanti di uffici e spazi pubblici può manifestare disturbi associati alla SBS. In Italia, le ricerche hanno evidenziato l’impatto economico e sociale di tali episodi, evidenziando la stretta relazione tra la qualità dell’aria interna e la gravità dei sintomi.

I casi di SBS che si verificano in ambienti lavorativi industriali possono avere un costo più elevato di alcune malattie gravi e a prognosi peggiore, a causa del significativo calo della produttività, riducendo l’efficienza lavorativa e aumentando l’assenteismo.

Pertanto, è imperativo comprendere come mitigare e gestire questi inquinanti, non solo nell’ottica di proteggere la salute individuale dei lavoratori ma anche per la produttività complessiva e la qualità dell’ambiente lavorativo.

Importanza della valutazione del rischio e delle misure preventive

Nel contesto degli ambienti lavorativi, la valutazione del rischio legato all’inquinamento indoor riveste un ruolo cruciale per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori. Questa valutazione non è solamente un adempimento normativo, ma rappresenta un pilastro fondamentale per identificare, valutare e gestire i rischi derivanti dall’esposizione a inquinanti chimici e biologici all’interno degli spazi lavorativi.

L’articolo 64 del D.Lgs. 81/08 sottolinea l’importanza per ogni datore di lavoro di garantire condizioni igieniche adeguate nei luoghi di lavoro, elencandone i principali obblighi. Con riferimento, invece, alla norma ISO 45001:2018, viene enfatizzata l’importanza di identificare le cause di problemi che potrebbero influenzare negativamente le condizioni di lavoro e la qualità della vita dei lavoratori.

La valutazione iniziale si concentra sull’identificazione degli inquinanti presenti, sia di natura chimica (quali VOC, composti derivanti dalla combustione, formaldeide) che biologica (batteri, virus, spore fungine), e sulle loro possibili fonti.

I passi della valutazione del rischio dell’aria tossica nelle industrie sono pressoché i seguenti:

  1. Identificazione delle fonti di inquinamento;
  2. Valutazione dell’esposizione dei lavoratori e del potenziale impatto;
  3. Analisi dei rischi e delle conseguenze;
  4. Valutazione della suscettibilità dei lavoratori all’esposizione agli inquinanti;
  5. Identificazione delle misure preventive;
  6. Monitoraggio continuo e revisione.

Nelle industrie, la valutazione del rischio chimico è cruciale, e si focalizza soprattutto sulle principali vie di esposizione agli agenti chimici: l’inalazione e l’assorbimento cutaneo. Se diverse sostanze pericolose sono coinvolte in un’attività lavorativa, è essenziale valutare il rischio combinato. Avviando una nuova attività con presenza di tali agenti, invece, è necessario condurre una valutazione preventiva del rischio e implementare le misure di prevenzione appropriate.

Se la valutazione indica un basso rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori, considerando livello, modalità e durata dell’esposizione, e se le misure preventive generiche possono eliminare o ridurre tale rischio, allora non è richiesto adottare:

  • Procedure per incidenti o emergenze specifiche;
  • Misure specifiche di protezione e prevenzione;
  • Sorveglianza sanitaria;
  • Documentazione dettagliata sui rischi per la salute.

Tuttavia, è importante notare che questa decisione prescinde dal contesto specifico e dalla sicurezza garantita dalle misure preventive generali adottate. La valutazione va in ogni caso aggiornata periodicamente e ogni volta che intervengono variazioni delle condizioni lavorative e degli agenti chimici impiegati.

Gli inquinanti indoor, anche a basse concentrazioni, possono causare effetti che vanno dal disagio sensoriale a gravi conseguenze sulla salute dei lavoratori. Il monitoraggio regolare della qualità dell’aria  rappresenta un’attività prioritaria, non solo per adempiere ai requisiti normativi, ma per garantire il benessere e la salute degli occupanti dell’ambiente lavorativo.

Comprendere i processi e le attività che contribuiscono alla formazione di questi inquinanti consente di sviluppare strategie mirate. Ciò può includere l’adozione di tecnologie più pulite, la sostituzione di sostanze nocive e l’implementazione di sistemi di ventilazione avanzati.

Come ridurre l’inquinamento indoor nelle industrie

Per affrontare con successo l’inquinamento indoor nelle industrie, è essenziale adottare soluzioni mirate basate su una valutazione accurata del rischio. Le strategie chiave per mitigare gli effetti nocivi dell’inquinamento indoor includono:

  • Ottimizzazione del ricambio dell’aria

L’implementazione di un efficace sistema di ricambio dell’aria rappresenta un passo cruciale. Questo può essere ottenuto attraverso l’aerazione naturale mediante aperture o l’utilizzo di impianti di ventilazione meccanica, soprattutto quando l’aerazione naturale non è sufficiente;

  • Impianti ben progettati

La progettazione accurata degli impianti è fondamentale, considerando variabili come compiti lavorativi, carichi termici, layout delle postazioni di lavoro e orientamento dei locali. Questo assicura un ambiente di lavoro ottimale e riduce la presenza di inquinanti;

  • Controllo e manutenzione

È essenziale controllare regolarmente e gestire attentamente ogni componente degli impianti per prevenire eventuali fonti di inquinamento. La pulizia e la sanificazione periodica degli impianti HVAC sono cruciali per mantenere condizioni igieniche adeguate;

  • Monitoraggio dell’efficienza degli impianti

Verifiche periodiche tramite ispezioni visive e tecniche sono necessarie per valutare lo stato di efficienza degli impianti. Queste ispezioni si concentrano su unità di trattamento dell’aria, filtri, batterie di scambio termico, canali dell’aria, serrande di presa d’aria esterna e bocchette di aerazione.

Implementare queste strategie non solo riduce l’inquinamento indoor nelle industrie, ma contribuisce anche a creare un ambiente di lavoro più sano, sicuro e produttivo per tutti gli occupanti.

Agisci ora per garantire un ambiente di lavoro salubre per i tuoi dipendenti. Valuta gli inquinanti presenti, adotta le misure preventive necessarie e sensibilizza il personale: la sicurezza di tutti è fondamentale.

Per la valutazione del rischio è necessario affidarsi a tecnici qualificati, che utilizzino strumentazione certificata e in conformità alle normative vigenti.  

Aria Sicura® è la business unit di Firotek specializzata nel controllo del rischio microbiologico degli impianti aeraulici. Con 30 anni di esperienza testata sul campo, l’azienda opera con un team esperto di Biologi, Dottori Chimici e Tecnici Specializzati, per garantire il rispetto dei principali parametri di qualità dell’aria negli ambienti di lavoro.

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