Qualità dell’Aria in alberghi e strutture ricettive: come migliorarla?

La qualità dell’aria all’interno di alberghi e strutture ricettive è un aspetto spesso sottovalutato e trascurato ma di fondamentale importanza per la salute e il benessere dei clienti che vi soggiornano e del personale di servizio.

È ormai consolidata l’idea che l’inquinamento negli ambienti interni è anche più pericoloso di quello esterno. Ciò è ancor più vero per le strutture del settore alberghiero, dove molte persone si concentrano in spazi ristretti per periodi più o meno prolungati.

Ma respirare aria inquinata negli spazi chiusi non è soltanto una seria minaccia per la salute e il benessere quotidiano. Una cattiva qualità dell’aria indoor può influire negativamente anche sull’immagine della struttura.

L’attenzione e le aspettative verso l’igiene è decisamente aumentata negli ultimi anni. Le persone sono sempre più esigenti quando si tratta di pulizia. Pensaci un attimo: un ambiente poco salubre può essere percepito come poco accogliente e poco curato. E questo come si potrebbe ripercuotere sulla tua attività?

Vale la pena rischiare di perdere clienti e ritorni economici, per non aver voluto creare le condizioni ideali per un soggiorno piacevole? Per questo motivo, è importante adottare soluzioni in grado di migliorare la qualità dell’aria all’interno degli alberghi e delle strutture ricettive. 

In questo articolo, ci concentreremo in particolare sulla sanificazione degli impianti aeraulici, una soluzione efficace per garantire un’aria più salubre e confortevole.

Leggi anche: “Qualità dell’aria indoor: 5 fattori chiave”.

Indoor air quality nelle strutture ricettive: quali sono i problemi principali?

La qualità dell’aria interna è considerata come una delle principali fonti di discomfort ambientale all’interno di una struttura alberghiera. Segno evidente che, forse, non è ancora tenuta nella giusta considerazione.

Negli alberghi, un’atmosfera indoor “accettabile” può essere definita come un’aria priva di contaminanti in concentrazioni pericolose e che almeno l’80% di chi occupa gli spazi ritiene soddisfacente.

Invece, chi trascorre più giorni all’anno in un hotel sperimenta di frequente tutti quei sintomi relativi alla Sindrome dell’Edificio Malato e connessi in qualche modo ad una qualità dell’aria pessima, ovvero mal di testa, disturbi del sonno e problemi respiratori.  

Ci sono diversi fattori che contribuiscono alla scarsa salubrità dell’aria all’interno degli alberghi: 

  • Inadeguata pulizia e igiene di camere e spazi comuni, così come l’uso di prodotti chimici tossici;
  • Presenza di tende in tessuto, tappeti e moquette, che attirano polvere ed allergeni;
  • Ricambi d’aria insufficienti, che favoriscono la concentrazione di inquinanti chimici e biologici;
  • Infissi a tenuta e finestre che non si aprono, impedendo la ventilazione naturale;
  • Canali aeraulici non puliti e sanificati a sufficienza e con regolarità;
  • Temperature e livelli di umidità non accettabili e non conformi alla stagione, che possono contribuire a formare muffe o aumentare la concentrazione di certi contaminanti;
  • Posizione geografica e clima, ad esempio, in inverno, quando fuori fa molto freddo e le finestre sono chiuse, la qualità dell’aria può peggiorare rapidamente, specialmente se non ci sono sistemi di ventilazione adeguati.

Tutto ciò, non soltanto crea un microclima poco confortevole per i clienti e i dipendenti, ma può anche contribuire alla diffusione di particelle inquinanti, batteri e virus, con ripercussioni negative sulla salute e il benessere degli ospiti e del personale.

Per le strutture ricettive, questa minaccia rappresenta anche un rischio economico. Una recente ricerca dal titolo The Global Hygiene Reset di Rentokil Initial ha mostrato come la percentuale di persone che considerano l’igiene di una struttura come elemento chiave di scelta è salita al 70%. La qualità dell’aria in uno spazio pubblico, in particolare, è considerata fondamentale per almeno il 79% delle oltre 20mila persone intervistate (tra cui 1000 italiani). 

Gli alberghi sono luoghi di lavoro e di svago dove, ogni giorno, un elevato numero di persone, tra clienti, dipendenti e fornitori esterni frequenta e passa ore intere all’interno di camere, bar, ristorante, hall, sale convegno ecc… 

La mancanza di garanzia di un ambiente sano e confortevole avrà un notevole impatto non soltanto sul rendimento di chi ci lavora, ma anche sull’indice di gradimento degli ospiti e, dunque, sulla conseguente perdita di guadagni. Se sei il proprietario o gestisci una struttura alberghiera, è fondamentale assicurarsi il massimo livello possibile di IAQ di tutti gli ambienti privati e condivisi. Vediamo come nel prossimo paragrafo.

Come gestire e migliorare la Qualità dell’Aria interna negli Alberghi

Hotel e strutture ricettive ad alta frequentazione sono tutti luoghi in cui è più elevato il rischio di diffusione e trasmissione di virus e batteri nell’aria. La pulizia dell’aria indoor è da sempre 

un aspetto di fondamentale importanza per la salute dei dipendenti e degli ospiti, ma in un periodo come questo lo è ancora di più.

Bisogna quindi adottare buone pratiche per ottenere aria pulita negli ambienti condivisi, facendo attenzione soprattutto su cinque elementi chiave, che sono:

  1. Ventilazione;
  2. Climatizzazione;
  3. Filtrazione;
  4. Pressurizzazione;
  5. Manutenzione.

La ventilazione naturale degli ambienti è la soluzione alla maggior parte dei problemi di inquinamento indoor nelle strutture alberghiere. Nel caso in cui la progettazione dell’hotel non consenta l’apertura delle finestre, è necessario utilizzare sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC).

Non basta però semplicemente immettere aria dall’esterno per migliorare quella interna, se quest’aria non è opportunamente trattata. Il rischio, infatti, è quello di far entrare all’interno sostanze indesiderate.

Ecco perché è necessario anche un sistema di climatizzazione ben progettato ed efficiente, che aiuti a mantenere i parametri termoigrometrici entro i range ottimali prescritti per le strutture ricettive da norme internazionali, come la UNI 10339 (temperatura massima 20°C (inverno) e 26°C (estate), umidità relativa 35-45% (inverno) e 30-35% (estate).

Il trattamento dell’aria esterna nel settore alberghiero può avvenire mediante sistemi di distribuzione individuali (ogni piano è dotato di presa esterna e l’aria è immessa da UTA dedicate) oppure sistemi centralizzati (con una sola UTA primaria a servire soprattutto strutture di medie e grandi dimensioni).

Ovviamente il miglioramento dell’aria indoor passa anche attraverso un’adeguata filtrazione e purificazione, che negli impianti di climatizzazione avviene mediante sistemi in grado di rimuovere polveri e patogeni dall’aria. 

Ti abbiamo già parlato di importanza e classificazione dei filtri assoluti. Per le camere d’albergo, sempre secondo la norma UNI 10339,  ti basta sapere che la riduzione del particolato aerotrasportato va fatta mediante uno stadio di prefiltrazione con capacità G3, che significa efficiente su polveri con diametro tra i 2 e i 3 mm. 

Segue poi un ulteriore stadio con efficienza di almeno F5 (per polveri con diametro compreso tra 1 e i 2 mm), meglio ancora, F7 ( polveri di diametro tra 0.6 e 1 mm). Inoltre, è consigliata la classe di efficienza filtrante F5 anche sull’aria di ricircolo e di estrazione, così da evitare l’eventuale contaminazione dei componenti del sistema aeraulico. 

In fase di progettazione andrà tenuto conto anche della pressurizzazione degli ambienti, che determina il fluire in entrata o in uscita di eventuali inquinanti dai locali, e della presenza di sorgenti di aria esausta (es. cucina, lavanderia, locali per fumatori ecc…). 

Facciamo un pratico esempio: il bagno senza finestra di una camera d’albergo dovrà avere una pressione negativa rispetto alla zona notte, per evitare l’immissione di cattivi odori. La stanza dovrà a sua volta avere una pressione negativa rispetto alle zone comuni e, in linea generale, ogni area interna dovrà essere pressurizzata in positivo rispetto all’esterno.

Ed infine la manutenzione, un aspetto sfortunatamente spesso sottovalutato. Se nelle camere degli ospiti e nei locali comuni, una buona qualità dell’aria può essere garantita attraverso l’utilizzo di sistemi di climatizzazione che forniscono aria pulita e regolano la temperatura e l’umidità relativa, perché trascurare la manutenzione? 

Continua a leggere per scoprire come la sanificazione degli impianti aeraulici può aiutare a migliorare la salubrità dell’aria negli alberghi e nelle strutture ricettive, e come questo può avere un impatto positivo sulla salute dei clienti e sull’immagine della struttura stessa.

Perché è importante la regolare sanificazione degli impianti aeraulici?

La sanificazione degli impianti di climatizzazione e condizionamento dell’aria è fondamentale per creare ambienti lavorativi e pubblici più sicuri e confortevoli possibile.

Ti abbiamo ripetuto più volte che i sistemi aeraulici sono i principali responsabili dell’inquinamento indoor di camere d’albergo e spazi comuni, e se non vengono puliti regolarmente, possono accumulare polvere, sporco, batteri e altri agenti patogeni con conseguenze dannose per la salute dei tuoi ospiti e dei tuoi dipendenti.

Una manutenzione e una pulizia regolare non soltanto ti aiuta a risparmiare i consumi energetici e ti mette al riparo dal rispetto degli obblighi normativi, ma è la chiave per migliorare la salubrità dell’aria indoor e il comfort degli ospiti, aumentando la loro soddisfazione e la probabilità che ritornino in futuro.

Ecco come bisogna procedere:

  1. Ispezione degli impianti: prima di iniziare, è importante accertarsi dello stato dell’impianto per identificare eventuali aree critiche e verificare la presenza di muffe, batteri, polvere e altri agenti patogeni;
  2. Pulizia meccanica: qualora l’ispezione tecnica mostri criticità e contaminazioni, va sviluppato un piano di bonifica e sanificazione, da eseguire mediante la rimozione meccanica della polvere e dello sporco dalle pareti interne dei condotti dell’aria, utilizzando aspirapolvere, spazzole e altri strumenti simili;
  3. Disinfezione: rimosso tutto lo sporco visibile, gli impianti aeraulici dell’albergo devono essere sottoposti a un processo di disinfezione con sostanze chimiche specifiche (es. perossido di idrogeno o ozono) per eliminare eventuali agenti patogeni presenti nei condotti;
  4. Filtrazione: dopo aver eseguito la sanificazione, vanno installati nuovi filtri d’aria per evitare eccessivo accumulo di polvere e sporco nei condotti  e per mantenere la qualità dell’aria all’interno degli ambienti serviti ottimale; 
  5. Verifica dei risultati: completata la sanificazione, è importante verificare che il processo abbia avuto successo, mediante una nuova ispezione visiva e campionamenti e analisi di aria e superfici.

Ogni componente dell’impianto, dalle griglie alle bocchette, dai filtri ai diffusori e alle canalizzazione, fino alle batterie, vanno opportunamente controllati, puliti e sanificati, perché soggetti inevitabilmente a degrado e perché fonti potenziali di inquinamento e veicolo di contaminanti. 

Ad esempio, l’acqua stagnante nelle vaschette di condensa può creare incrostazioni e realizzare condizioni di habitat ideali per lo sviluppo di batteri come la Legionella (proprio in un albergo la Legionella si presentò al mondo per la prima volta, https://legionella.it/storia-legionella/). La regolarità degli interventi è importante: si consiglia di farlo almeno una volta all’anno, ma è preferibile ogni sei mesi, ad ogni cambio stagione.

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