Normativa Indoor Air Quality: panoramica e obblighi

L’attenzione sulla qualità dell’aria negli ambienti interni è sempre più critica, specialmente considerando l’importanza della salute e del benessere delle persone che lavorano e trascorrono molto tempo in tali spazi. 

La normativa relativa all’Indoor Air Quality (IAQ) è un aspetto cruciale per garantire ambienti di lavoro sicuri e salubri

La qualità dell’aria indoor è essenziale per la salute pubblica, data l’esposizione prolungata della popolazione in questi ambienti. L’inquinamento indoor, infatti, può causare malattie come la sindrome dell’edificio malato (SBS), fino a patologie più gravi a carico di sistema respiratorio e nervoso.

In questo articolo, approfondiremo le leggi, le classificazioni e le norme tecniche che disciplinano l’IAQ, con un focus specifico sugli obblighi legali e tecnici nelle diverse aree industriali e sanitarie.

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Qualità dell’aria indoor: panoramica delle norme più importanti

È cruciale comprendere e gestire gli inquinanti indoor, monitorando e migliorando costantemente la qualità dell’aria. Queste priorità emergono chiaramente dalle numerose norme che regolano la qualità dell’aria indoor. Ecco le principali normative a cui possiamo fare riferimento quando parliamo di qualità dell’aria indoor:

UNI 10339:1995

La norma UNI 10339:1995 – attualmente in fase di revisione –  riguarda gli impianti aeraulici al fine di benessere. Il testo fornisce indicazioni per la classificazione e la definizione dei requisiti minimi degli impianti e dei valori delle grandezze di riferimento durante il loro funzionamento.  Inoltre, al fine di garantire livelli di benessere accettabili, prescrive le portate d’aria minima o massima per persona oppure per m2 di superficie, in base alla categoria e alla destinazione d’uso dell’edificio. L’obiettivo è mantenere nel volume convenzionalmente occupato dalle persone adeguate caratteristiche termiche, igrometriche e di qualità dell’aria.

UNI 10381- 2:1996 

La norma fornisce indicazioni riguardo alla classificazione, alle dimensioni e alle caratteristiche costruttive dei componenti utilizzati nella realizzazione delle condotte negli impianti aeraulici. Questo documento è particolarmente importante per garantire la corretta progettazione e l’installazione delle reti di condotte, contribuendo alla sicurezza e all’efficienza degli impianti di ventilazione.

Accordo Stato Regioni del 27/09/2001 “Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati”

Questo accordo evidenzia innanzitutto l’esistenza di situazioni di rischio per la salute correlate all’inquinamento degli ambienti confinati, come ad esempio spazi sotterranei, cantine, cisterne, pozzi, gallerie, ecc… In secondo luogo, stabilisce le direttive per garantire la salute e la sicurezza delle persone che lavorano o frequentano tali ambienti confinati.

Linee guida su microclima, aerazione e illuminazione nei luoghi di lavoro (2006)

Questo testo, redatto a cura del Coordinamento Tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome e dell’Ispesl, fornisce indicazioni operative e progettuali per garantire ambienti di lavoro sicuri e confortevoli. In particolare si concentra su aspetti quali il microclima, l’aerazione e l’illuminazione degli ambienti di lavoro al fine di garantire un’aria pulita e salubre, e mantenere condizioni ottimali per il benessere dei lavoratori. 

UNI EN 12097:2007

Riguarda la “Ventilazione degli edifici – Rete delle condotte – Requisiti relativi ai componenti destinati a facilitare la manutenzione dei sistemi di condotte”. Questa norma specifica i requisiti relativi alle dimensioni, alla forma e ai criteri di collocazione delle botole di accesso per la pulizia e la manutenzione nei sistemi di reti delle condotte. Questo è fondamentale per assicurare la sicurezza e la funzionalità degli impianti di ventilazione.

UNI EN 13779/2008

Questa norma – in fase di revisione – tratta della “Ventilazione degli edifici non residenziali – Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione”. Essa definisce i requisiti minimi per gli impianti di ventilazione e climatizzazione, nonché i criteri per valutare le condizioni di pulizia delle condotte di distribuzione dell’aria e le procedure da adottare. Nello specifico la norma UNI prescrive che gli impianti debbano assicurare un’immissione di aria esterna almeno pari a determinati valori minimi in funzione della destinazione d’uso dei locali, una filtrazione minima dell’aria e una velocità del ricambio d’aria entro determinati limiti.

Decreto Legislativo 81/08

Il Decreto Legislativo 81/2008, noto anche come Testo Unico sulla Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, è il fulcro della normativa per la sicurezza e salute sul lavoro in Italia. Stabilisce le misure che datori di lavoro e responsabili della sicurezza devono adottare per proteggere i lavoratori sulle sedi lavorative. In relazione all’IAQ, questo decreto stabilisce gli obblighi generali per garantire condizioni di lavoro sicure, inclusive dell’aria respirabile all’interno degli edifici. Questi obblighi riguardano vari aspetti, tra cui il microclima, l’illuminazione e il rumore. Inoltre, menziona direttamente gli impianti di climatizzazione, obbligando periodiche ispezioni, controlli e bonifiche.

Linee Guida per la qualità dell’aria indoor dell’OMS: umidità e muffa (2009)

Le Linee Guida OMS rappresentano un’importante risorsa per la tutela della salute pubblica, offrendo una panoramica completa sui fattori che influenzano la qualità dell’aria indoor e sulle strategie per migliorarla. L’edizione del 2009 si è concentrata sui problemi di salute associati alla presenza di umidità, muffe e altri agenti biologici negli edifici, indicando le misure per controllare la loro crescita negli ambienti indoor.

UNI EN 15780:2011

La norma riguarda la “Ventilazione degli edifici – Condotti – Manutenzione degli impianti di ventilazione” e definisce linee guida per la pulizia, ispezione e documentazione. Si applica sia agli impianti nuovi che esistenti e stabilisce criteri per valutare e mantenere la pulizia dei condotti di ventilazione in ambienti occupati da persone. La norma non include impianti industriali. Copre la valutazione della pulizia, i metodi di ispezione, la frequenza delle verifiche e la valutazione dei risultati della pulizia.

Accordo Stato Regioni del 7/02/2013 “Linee guida per la valutazione e la gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria”

Fungono da strumento scientifico per l’analisi dello stato igienico degli impianti di condizionamento, offrendo allo stesso tempo indicazioni utili ai datori di lavoro e agli operatori per garantire un ambiente di lavoro salubre e sicuro. Si applicano a tutti gli impianti di trattamento dell’aria utilizzati in ambienti chiusi e forniscono orientamenti pratici per valutare e gestire i rischi legati all’igiene di tali impianti. Questi includono la programmazione della manutenzione, nel rispetto delle norme regionali, nazionali e tecniche pertinenti. Ogni impianto deve avere un registro aggiornato degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, fondamentale per il monitoraggio e la corretta gestione degli impianti stessi. La procedura prevede controlli sull’impianto, come ispezioni visive e tecniche, e fornisce linee guida per il monitoraggio microbiologico dei suoi componenti.

UNI EN 16798-1:2019

Questa norma dal titolo “Prestazione energetica degli edifici – Ventilazione per gli edifici – Parte 1: Parametri di ingresso dell’ambiente interno per la progettazione e la valutazione della prestazione energetica degli edifici in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica – Modulo M1-6” , rappresenta una delle principali norme di riferimento per la gestione del microclima indoor. Questo documento specifica i requisiti per i parametri ambientali interni relativi all’ambiente termico, alla qualità dell’aria interna, all’illuminazione e all’acustica, in modo da garantire comfort e vivibilità degli spazi indoor. Inoltre, definisce come stabilire questi parametri per la progettazione del sistema dell’edificio e per i calcoli delle prestazioni energetiche.

IAQ nelle aree speciali delle aziende: a quali normative fare riferimento

Per aree speciali delle aziende, intendiamo siti produttivi e officine, che possono essere esposte alla presenza di diversi fattori di rischio. Tuttavia, gli ambienti industriali non sono considerati ambienti chiusi (o indoor) come definiti comunemente, poiché la qualità dell’aria interna è strettamente correlata al tipo di attività produttiva svolta e è regolata da controlli e leggi specifiche.

La distinzione risiede nel fatto che questi ambienti, diversamente da quelli chiusi tradizionali come uffici, abitazioni o mezzi di trasporto, sono caratterizzati da attività produttive che generano specifici inquinanti o emissioni. 

Di conseguenza, la gestione della qualità dell’aria negli ambienti industriali è soggetta a normative e controlli specifici, adattati alle esigenze e ai rischi associati a ciascuna attività.

Ad esempio, sono regolati da leggi che stabiliscono limiti di emissione per inquinanti specifici, come gas di scarico da macchinari o processi di produzione. Inoltre, sono soggetti a controlli regolari e ad adeguati sistemi di ventilazione e purificazione dell’aria per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.

  1. Direttiva 98/24/CE del Consiglio del 7 aprile 1998: normativa europea che gestisce il Rischio Chimico e che mira a proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori dai rischi derivanti da agenti chimici sul posto di lavoro (14esima direttiva particolare ai sensi dell’articolo 16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE) (GU L 131 del 5.5.1998, pag. 11);
  2. Decreto Legislativo 81/08: principale riferimento normativo in Italia, in cui al Titolo IX, Capo I, noto come “Protezione da agenti chimici”, affronta dettagliatamente l’argomento, definendo il campo di applicazione (Art. 221);
  3. Regolamento CE n. 1272/2008 (CLP – Classification, Labelling and Packaging): altra legge importante in materia di rischio chimico negli ambienti di lavoro, che disciplina l’etichettatura dei prodotti chimici. L’obiettivo di questa normativa è evidenziare i potenziali rischi durante l’uso dei prodotti chimici e indicare le precauzioni da seguire per la corretta manipolazione, conservazione e smaltimento.

Nei siti industriali che utilizzano materie prime chimiche nei processi di produzione, è necessario condurre una Valutazione del Rischio Chimico, che considera le principali vie di esposizione agli agenti chimici nel corpo umano, in particolare attraverso la respirazione (inalazione) e l’assorbimento attraverso la pelle.

Può essere effettuata in due modi:

  • Metodo induttivo: si ipotizza il malfunzionamento di un componente e si analizzano gli eventi che potrebbero derivare;
  • Metodo deduttivo: si parte dall’evento finale desiderato per individuare gli eventi che possono portarvi.

I Limiti di Esposizione Professionale (TLV, threshold limit value) sono valori di concentrazione di sostanze aerodisperse, che indicano la quantità massima a cui i lavoratori possono essere esposti ripetutamente senza subire danni alla salute. Esistono tre categorie di TLV:

  1. TWA (Time Weighted Average): valori di concentrazione mediati su una giornata lavorativa di 8 ore al giorno e 40 ore la settimana;
  2. STEL (Short-Term Exposure Limit): valori di concentrazione per esposizione breve, mediati normalmente su 15 minuti; questa esposizione non può ripetersi più di 4 volte al giorno, con almeno un’ora di intervallo tra esposizioni successive;
  3. C (Ceiling): valore di concentrazione che non deve essere mai superato durante il periodo lavorativo.

 

I TLV raccomandati dall’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists) sono utilizzati in molti paesi, inclusa l’Italia, e sono considerati tra i più aggiornati e numerosi. L’ACGIH pubblica anche indici biologici di esposizione. I PEL (Permissible Exposure Limits) sono limiti di esposizione ammessi che spesso si basano sui TLV.

Normative IAQ Sale Operatorie in Ospedali e Cliniche

Le strutture sanitarie, in particolare le sale operatorie, devono seguire norme rigorose per garantire la sicurezza dei pazienti e del personale medico.

Le normative riguardanti la qualità dell’aria nelle sale operatorie negli ospedali e nelle cliniche sono estremamente importanti per garantire condizioni igieniche ottimali e per prevenire infezioni nosocomiali. 

Il riferimento principale in Italia sono le Linee Guida Ispesl 2009. Queste linee guida, meglio note anche come “Linee guida sugli standard di sicurezza ed igiene del lavoro nel reparto operatorio”, costituiscono un importante documento che definisce i parametri da rispettare nei blocchi operatori delle strutture sanitarie.

Queste linee guida sono state elaborate dall’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro (ISPESL), ora confluito nell’INAIL. 

L’obiettivo principale del documento è offrire agli Enti Regionali competenti in materia sanitaria valide indicazioni su come perseguire ottimali livelli di sicurezza e salute per operatori sanitari e pazienti. Si articolano in 3 parti specifiche:

  1. Requisiti Strutturali, Tecnologici e Strumentali: questa sezione stabilisce i requisiti per la struttura fisica delle sale operatorie, l’equipaggiamento tecnologico e gli strumenti necessari per garantire un ambiente sicuro e funzionale;
  2. Requisiti Igienico-Ambientali: qui sono definiti i parametri per la qualità dell’aria, la pulizia, l’igiene e la gestione dei rifiuti nelle sale operatorie. Questi aspetti sono fondamentali per prevenire infezioni e garantire la sicurezza dei pazienti e del personale;
  3. Verifiche delle Caratteristiche Ambientali ed Impiantistiche: questa parte riguarda le procedure di verifica per assicurare l’efficacia di tutte le misure di prevenzione attuate. Si controllano le caratteristiche ambientali e impiantistiche per garantire il corretto funzionamento dei reparti operatori.

Inoltre, la norma UNI 11425:2011 suddivide le sale operatorie in 3 categorie in base alla qualità dell’aria:

  • Sale Operatorie a Elevatissima Qualità dell’Aria (ISO 5): Queste sale devono rispettare standard rigorosi per la pulizia dell’aria, essendo ambienti ad alto rischio di infezione;
  • Sale Operatorie a Elevata Qualità dell’Aria (ISO 7): Queste sale hanno requisiti meno stringenti rispetto alle precedenti ma comunque garantiscono un ambiente controllato;
  • Sale Operatorie a Qualità dell’Aria Standard (ISO 8): Queste sale hanno standard più flessibili e sono utilizzate per procedure meno invasive.

Non trascurare l’aria che si respira nei luoghi di lavoro: agisci ora

È di vitale importanza che i datori di lavoro e gli operatori sanitari rispettino rigorosamente la normativa sull’Indoor Air Quality (IAQ) per proteggere la salute delle persone che frequentano o lavorano in ambienti indoor. Monitorare la conformità e adottare misure preventive adeguate sono passaggi critici per assicurare un’IAQ ottimale e il benessere generale delle comunità lavorative.

Investire in una migliore qualità dell’aria interna non solo protegge la salute dei dipendenti, ma contribuisce anche a migliorare la produttività e a ridurre i costi operativi a lungo termine per le imprese. 

Aria Sicura® è la business unit di Firotek specializzata nel controllo del rischio microbiologico degli impianti aeraulici. Da oltre trent’anni, ci impegniamo a garantire la sicurezza sul lavoro attraverso interventi di sanificazione e prevenzione, offrendo soluzioni personalizzate per assicurare ambienti di lavoro salubri e confortevoli.

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