Le Linee Guida OMS sull’Aria Indoor: aggiornamenti al 2023

A distanza di quasi 15 anni dalla precedente edizione, arrivano le nuove Linee Guida OMS sull’Aria Indoor. Un aggiornamento quanto mai necessario per individuare e segnare i limiti degli inquinanti che si respirano all’interno di edifici pubblici e privati.

Sapevi che oggi in media tendiamo a trascorrere almeno il 90% del nostro tempo in ambienti indoor? L’espressione, come è facile intuire, fa riferimento agli ambienti confinati di vita e di lavoro non industriali (dall’automobile alla casa, passando per gli uffici, le palestre, le aule, i cinema e i centri commerciali). 

Sono ambienti in cui l’aria è fino a 5 volte più inquinata di quella esterna. E ciò può avere inevitabilmente un impatto significativo e ripercussioni negative sulla salute, sul benessere e sulla produttività delle persone.

Circa 9 persone su 10 in tutto il mondo respirano aria indoor inquinata. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una scarsa qualità dell’aria indoor (Indoor Air Quality – IAQ) è stata, ed è tuttora, associata globalmente a una serie di problemi di salute, tra cui malattie respiratorie, asma, allergie, malattie cardiovascolari e cancro.

L’inquinamento atmosferico ancora oggi è il principale fattore di rischio, a cui sono associate 7 milioni di morti premature ogni anno. Di queste, almeno 4 milioni sono causate dall’inquinamento indoor.

Dati del Nemic (National Energy Management Institute Committee) ​​evidenziano che il 30% delle persone ospitate in edifici non residenziali è colpito da forme di malessere e il 50% degli impianti di ventilazione è insalubre.

Inoltre, secondo le fonti del NIOSH (National Institute for Occupational Safety & Health, 1998), circa il 50-80% degli edifici commerciali non raggiunge costantemente gli standard di conformità per una qualità dell’aria interna accettabile e stando al GAO (Government Accountability Office, 1996), negli USA si perde circa il 25% del consumo medio annuo dell’energia (6 mld $) per le scuole, per l’inefficienza degli impianti di condizionamento.

Ti bastano questi dati per rivalutare l’importanza della qualità dell’aria indoor?

Le Linee Guida OMS – a partire dalla prima edizione del 2009 fino all’ultima più aggiornata – rappresentano un’importante risorsa per la tutela della salute pubblica, offrendo una panoramica completa e aggiornata sui fattori che influenzano la qualità dell’aria indoor e sulle strategie per migliorarla. Non hanno un reale valore normativo, ma forniscono alle autorità sanitarie una solida base scientifica per gli standard legalmente applicabili. 

Se sei interessato a scoprire come proteggere i dipendenti della tua azienda dall’esposizione a sostanze potenzialmente pericolose, continua a leggere questo articolo. Ci soffermeremo sulle ultime raccomandazioni dell’OMS per aiutarti a prendere azioni concrete per migliorare la qualità dell’aria che respiri ogni giorno.

 

Leggi anche: “Qualità dell’aria indoor: 5 fattori chiave”.

Linee Guida OMS Aria Indoor del 2009: i punti chiave

La salubrità dell’aria è essenziale per la nostra vita quotidiana. La qualità dell’atmosfera all’interno di uffici, alberghi, ospedali e ogni altro edificio pubblico e privato, influenza la nostra salute e il nostro benessere. 

L’esposizione indoor a sostanze nocive e contaminanti atmosferici può causare una vasta gamma di problemi di salute, talvolta anche fatali. Nonostante ciò, la consapevolezza della salute pubblica sull’inquinamento dell’aria indoor sembra essere rimasta più indietro rispetto a quella sull’inquinamento dell’aria esterna.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha una lunga tradizione nella preparazione di linee guida sugli aspetti sanitari della qualità dell’aria e sulle condizioni necessarie a migliorarla. 

L’edizione del 2009 si è concentrata in particolare sull’individuazione e l’esame delle sostanze organiche e inorganiche che più comunemente inquinano l’aria indoor, risultando potenzialmente pericolose se presenti in grandi quantità o dopo lunghi periodi di esposizione.

L’OMS ha identificato in particolare tre principali gruppi di inquinanti indoor dannosi per la salute delle persone e dell’ambiente: 

  1. Inquinanti biologici indoor (umidità e muffa);
  2. Inquinanti chimici;
  3. Contaminanti derivanti dalla combustione di carburanti indoor. 

Con riferimento agli inquinanti di natura chimica, le sostanze considerate in questa revisione del 2009, in base ai dati tossicologici ed epidemiologici e sui livelli di esposizione che causano preoccupazioni per la salute, sono state soprattutto:

  • Benzene (0,1 ppm valore limite di soglia);
  • Monossido di carbonio (35 ppm limite di soglia);
  • Formaldeide (valore limite tra 0,1 e 0,3 ppm);
  • Naftalene (valore limite 10 ppm);
  • Diossido di azoto (3 ppm valore limite);
  • Idrocarburi policiclici aromatici (limite variabile in base alla sostanza);
  • Radon (nessuna definizione di una soglia limite); 
  • Tricloroetilene e tetracloroetilene (limite tra 25 e 100 ppm).

Un altro gruppo pericoloso che dovrebbe essere menzionato è il PM2.5, che secondo l’OMS ha due valori limite di soglia, una media annua di 10 μg/m3 e una media di 25 μg/m3 per 24 ore.

Secondo l’OMS, i contaminanti biologici possono provenire da centinaia di diversi tipi di batteri, muffe e funghi, soprattutto quando l’umidità nell’aria è elevata e gli impianti di condizionamento sono insalubri. I contaminanti chimici indoor, invece, hanno origini più diverse (processi di combustione/fumo, arredi, prodotti per la pulizia, materiali da costruzione, attività connesse alla presenza umana).

L’idea di fondo è che la comprensione dei rischi di queste sostanze rappresenti il primo passo per tracciare le azioni necessarie  a evitare e ridurre il loro impatto avverso sulla salute.

Cosa dicono le nuove linee guida OMS sulla qualità dell’aria globale?

La qualità dell’aria indoor è un argomento molto complesso, strettamente collegato anche all’inquinamento esterno che inevitabilmente influisce su quello all’interno degli edifici. Non c’è, infatti, una distinzione marcata tra ambienti outdoor e indoor, perché nessun edificio è completamente ermetico. C’è sempre una quota di contaminanti che riesce ad entrare tramite gli impianti di aerazione o ventilazione meccanica.

Ecco perché in questo quadro assumono valore anche le Linee Guida globali OMS sulla qualità dell’aria (AQGs). Pubblicate nel settembre del 2021, vanno ad aggiornare la precedente edizione del 2005 e i valori guida per i principali inquinanti dell’aria esterne che degli ambienti indoor, ovvero:

  • PM2,5;
  • PM10;
  • biossidi di azoto (NO2);
  • ozono (O3);
  • zolfo (SO2);
  • monossido di carbonio (CO).

Le nuove raccomandazioni riflettono tutte le più recenti evidenze scientifiche sull’impatto significativo anche di basse concentrazioni di inquinamento atmosferico. Tutti i livelli dei principali inquinanti atmosferici, infatti, nelle nuove linee guida vengono rivisti al ribasso, sempre al fine di tutelare la salute umana.

L’inquinamento dell’aria esterno e indoor insieme hanno causato circa il 12% di tutte le morti nel 2019. Sebbene tutti i tipi di inquinanti rappresentino una minaccia per la salute umana, le PM2,5 sono le più pericolose. A causa della loro dimensione minuscola, una volta inalate, possono insediarsi nei polmoni, entrare nel flusso sanguigno e danneggiare tutti gli organi. 

Emblematico un passaggio del documento dove si legge che “ci sono prove forti a sostegno della relazione causa-effetto tra l’esposizione alle polveri PM2,5 e un aumento della mortalità” e in particolare per il rischio di sviluppare malattie cardiache e polmonari, bronchiti, enfisema, asma e infiammazioni croniche più intense.

Qual è il valore limite attualmente in vigore dell’OMS?

Ecco una tabella che riassume i valori limite di soglia per la qualità dell’aria indoor attualmente indicati dall’OMS confrontati con quelli individuati nel 2005, confrontati anche con la normativa italiana:

 

Inquinante Tempo Medio Valore 2021  Valore 2005 Variazione D.Lgs 155/2010
PM2.5 (µg/m3) Annuale 5 10 -50% 25
24-ore 15 25 -40%
PM10 (µg/m3) Annuale 15 20 -25% 40
24-ore 45 50 -10% 50
O3 (µg/m3) Alta Stagione 60 N/A Di recente introduzione
8-ore 100 100 Invariato
NO2 (µg/m3) Annuale 10 40 -75% 40
24-ore 25 N/A Di recente introduzione
1-ora 200 200 Invariato
SO2 (µg/m3) 24-ore 40 20 +100% 125
10-minuti 500 500 Invariato
CO (mg/m3) 24-ore 4 N/A Di recente introduzione
8-ore 10 N/A Di recente introduzione
1-ora 35 N/A Di recente introduzione
15-minuti 100 N/A Di recente introduzione

 

I valori sopra indicati non hanno valore vincolante legalmente. Come già detto, quelli contenuti nelle Linee Guida OMS sono soltanto un riferimento scientifico per la formulazione di norme e direttive emesse dal Parlamento Europeo e dai Governi nazionali.

Anche se la qualità dell’aria è migliorata nei paesi ad alto reddito, i dati del 2020 mostrano che almeno metà delle città europee aveva ampiamente superato il vecchio limite del 2005 di 10 μg/m3 per la concentrazione annuale di PM2,5.

Se l’obiettivo delle nuove AQGs sembra ancora lontano da raggiungere, questi standard sfideranno i governi a fare molto di più di quanto fatto finora per migliorare la qualità dell’aria outdoor e indoor e proteggere la salute dei loro cittadini. 

Ma nel concreto quali sono le soluzioni più efficaci per ridurre l’esposizione all’inquinamento indoor nei luoghi di lavoro? Continua a leggere il prossimo paragrafo e scopri come contribuire a migliorare la salute dei tuoi dipendenti.

Come migliorare la qualità dell’aria indoor nei luoghi di lavoro

Mantenere un’aria pulita e salubre all’interno degli ambienti chiusi di lavoro è fondamentale per la salute e il benessere delle persone. 

Come datore di lavoro o responsabile della sicurezza di una struttura, puoi adottare svariate misure e azioni per migliorare la qualità dell’aria interna e garantire così un ambiente di lavoro più sano, sicuro e produttivo.

Ecco le 5 regole per una buona aria indoor

  1. Areare continuamente i locali e cambiare l’aria indoor
    Inadeguati ricambi d’aria favoriscono l’esposizione a inquinanti chimici, fisici e biologici. Laddove non è possibile aprire le finestre, bisogna dotare gli ambienti interni di dispositivi di ventilazione meccanica (VMC), in grado di fornire un ricambio d’aria adeguato alla destinazione d’uso e a una velocità che non crei disagio (UNI10339);

  2. Tenere sotto controllo le condizioni del Microclima
    Le condizioni termo-igrometriche di un ambiente indoor vanno mantenute in equilibrio per assicurare il massimo comfort. I parametri minimi su cui agire sono temperatura, umidità e velocità dell’aria, tenendo sempre conto di attività svolta, metodi di lavoro e sforzi fisici;

  3. Misurazione della qualità dell’aria indoor
    Va eseguito un monitoraggio periodico e un campionamento dell’aria interna, tramite specifici sensori in grado di rilevare le concentrazioni di sostanze nocive (come CO2 e VOC), ma anche i livelli di temperatura e umidità. Non bisogna trascurare neppure il monitoraggio microbiologico ambientale (MMA) che serve a misurare la contaminazione da agenti patogeni;

  4. Ispezione regolare e corretta manutenzione degli impianti aeraulici
    L’ispezione e la manutenzione periodica degli impianti aeraulici che servono ambienti chiusi di lavoro è essenziale per migliorare l’Indoor Air Quality. L’inquinamento indoor, infatti, spesso è dovuto a impianti trascurati, sporchi, con filtri inefficienti, che non solo non garantiscono ricambi d’aria ma sono essi stessi veicolo di contaminazione interna di inquinanti, polvere e patogeni;

  5. Sanificazione periodica e approfondita dei canali aria
    La pulizia e la sanificazione periodica degli impianti di aerazione meccanica è tra le misure di tutela previste dall’Allegato IV del Decreto Legislativo n. 81/2008 (Requisiti dei luoghi di lavoro). Consiste innanzitutto in un’ispezione tecnica e visiva per valutare lo stato igienico dell’impianto e i punti critici. In secondo luogo viene fatta la pulizia meccanica per asportare polvere e sedimenti, seguita poi dalla sanificazione completa di ogni parte dell’impianto con specifici disinfettanti.

Vuoi rendere il tuo ambiente di lavoro un luogo sicuro, confortevole e produttivo? Non sottovalutare l’importanza della salubrità dell’aria interna

Anche le Linee Guida OMS sull’aria indoor confermano che garantire un’aria pulita è fondamentale per la salute e il benessere dei lavoratori.

Se sei un datore di lavoro, un dirigente o un responsabile della sicurezza aziendale, devi prendere sul serio la questione e agire subito. Cosa significa nel concreto? Investire nella sanificazione e nella pulizia degli impianti di aria condizionata: oggi più che mai la soluzione vincente per rendere la tua azienda un ambiente di lavoro sicuro e produttivo.

Non trascurare l’importanza dell’aria indoor pulita.

Rivolgersi a professionisti del settore e a interventi di sanificazione certificati ed efficaci, è il primo passo per garantire la salute dei tuoi dipendenti e il successo della tua azienda.

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