Riscaldamento Invernale e Microclima in un ambiente di lavoro
Il microclima in un ambiente di lavoro non è certo un aspetto da sottovalutare. Questo lo sappiamo bene. Non a caso le condizioni microclimatiche dei luoghi di lavoro sono al centro di svariate leggi che mirano a garantire salute, sicurezza e benessere dei lavoratori.
Chi riuscirebbe a lavorare ed essere produttivo in un ufficio eccessivamente caldo o troppo freddo? Probabilmente nessuno.
Perché un ambiente indoor dove manca un equilibrio tra umidità e temperatura, è un ambiente poco salubre, che compromette le capacità cognitive e ha conseguenze negative sulla salute e il benessere di chi lavora in tali ambienti.
Spesso tale rischio è sottovalutato, sebbene un microclima inadatto ad uno specifico ambiente di lavoro, viola tutte le norme previste in materia di sicurezza dei lavoratori.
Il problema del microclima negli ambienti di lavoro è uno di quelli che si presenta più spesso, tanto in estate quanto in inverno. L’estate e l’inverno sono le due stagioni più estreme – climaticamente parlando – dove l’attenzione al microclima dovrebbe essere massima.
Quando fuori le temperature sono roventi, la produttività cala paurosamente. E, se è vero che l’aria condizionata rappresenta una salvezza, è anche vero che creare un ambiente climaticamente equilibrato può essere complesso.
Lo stesso vale per l’inverno. Con le temperature esterne in picchiata, è inevitabile fare un uso massivo degli impianti di riscaldamento, evitando magari di non aprire le finestre per non disperdere il tepore interno.
La gestione della temperatura, umidità e ricambio d’aria durante la stagione fredda viaggia sul filo del rasoio. Basta un comportamento errato per creare una situazione di insoddisfazione delle condizioni termoigrometriche.
Da imprenditore o da responsabile della sicurezza di un’azienda non puoi non interessarti del benessere dei tuoi dipendenti. Cosa significa questo? Che dovrai impegnarti per garantire un clima quanto più confortevole possibile. Continua a leggere per scoprire come fare.
Benessere termico in inverno: valori ottimali del microclima in un ambiente di lavoro comunitario
Cos’è il microclima? Come può essere definito? Il microclima altro non è che quell’insieme di parametri fisici e parametri personali che condizionano lo scambio termico tra un individuo e l’ambiente che lo circonda.
I fattori fisici che influenzano la sensibilità dell’individuo al clima sono soprattutto:
- Temperatura;
- Umidità relativa;
- Temperatura media radiante;
- Velocità dell’aria.
Quelli personali, invece, si riferiscono a:
- Tipologia di lavoro;
- Attività metabolica dell’individuo;
- Abbigliamento indossato.
Tutti questi parametri insieme influenzano lo scambio termico tra un individuo e il luogo che lo circonda, e quindi la percezione che una persona ha dell’ambiente, determinando la condizione di benessere termico oppure di discomfort. Quali sono, dunque, le condizioni ottimali del microclima invernale nei luoghi di lavoro?
Il DPR 16 aprile 2013, n. 74 che regola i criteri in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici, stabilisce i seguenti parametri invernali:
- Temperatura dell’aria (T) compresa tra 19-22°C (19,5 valore ideale);
- Umidità relativa (UR) compresa tra il 40-50%;
- Velocità dell’aria (V) tra lo 0,01-0,1 m/s.
Ovviamente, non basta solo la temperatura a definire una condizione di benessere termico. Con una temperatura di 22°C e un grado di umidità molto al di sotto del 40%, l’aria risulterà secca e potrebbe causare bruciore agli occhi e irritazione alla gola.
Al contrario, la stessa temperatura ma con un livello di umidità del 50% renderà un ambiente indoor estremamente confortevole.Soffermiamoci poi sulla velocità dell’aria. Anche d’inverno questo aspetto è importante.
Garantire un ricambio d’aria adeguato, aprendo la finestra oppure, quando presenti, utilizzando impianti di ventilazione meccanica, permette di avere aria indoor sempre pulita e fresca, ma anche di controllare il livello di umidità interno e diluire eventuali inquinanti.
Ma quali potrebbero essere i rischi per i tuoi lavoratori, se il loro ambiente di lavoro non risulta abbastanza confortevole? Scopriamolo nel prossimi paragrafo.
Rischio microclima in inverno: conseguenze per i lavoratori
Lavorare e trascorrere molto tempo in un ambiente produttivo troppo caldo o troppo freddo fa male. È talmente lapalissiano, che sarebbe quasi superfluo parlarne. Se non fosse che in ballo c’è la salute dei tuoi lavoratori.
Ed è bene che tu sappia quali sono le conseguenze e i rischi per i tuoi dipendenti lavorando in un ambiente chiuso con un microclima invernale non idoneo.
L’uomo è omeotermo. Vale a dire che l’organismo umano sta bene e opera in maniera ottimale quando la temperatura interna è mantenuta tra i 35,8°C e 37,2°C.
Tenendo conto dei naturali meccanismi di termoregolazione, la condizione di benessere termico si ha quando la quantità di calore prodotta o assunta dal corpo, sia uguale a quella trasferita all’ambiente.
Quando le condizioni termoigrometriche dell’ambiente non sono ottimali, il processo di mantenimento dell’omeotermia avviene ugualmente, ma a fronte di un grosso impegno dell’organismo e con svariate conseguenze per la sua salute.
In inverno, ad esempio, lavorare in luoghi troppo caldi e secchi può esporre chi li frequenta a un forte stress termico. Un’esposizione prolungata a temperature elevate e bassi livelli di umidità, a causa di un eccessivo uso del riscaldamento, ad esempio può provocare:
- Infezioni respiratorie (virus e batteri trovano terreno fertile nelle mucose secche);
- Irritazioni agli occhi e alle mucose;
- Allergie;
- Dermatiti della pelle;
- Mal di testa;
- Disturbi muscolo-scheletrici;
- Patologie gastrointestinali;
- Colpi di calore o di freddo.
Come non puoi pensare che tutto questo non incida negativamente anche sulla produttività dei tuoi lavoratori e, di conseguenza, anche della tua azienda? Cosa puoi fare tu per garantire il miglior clima possibile all’interno dell’ambiente di lavoro? Lo vedremo nel dettaglio nei prossimi paragrafi.
Valutazione del microclima in ufficio: a cosa bisogna fare attenzione in inverno
Trascorrere 8-10 ore al giorno in un luogo chiuso caratterizzato da un microclima poco confortevole, non solo crea disagio fisico, affaticamento e distrazione, ma può portare anche ad una diminuzione delle performance produttive.
Ecco perché il microclima rientra tra quelle fonti di pericolo fisico oggetto della valutazione obbligatoria dei rischi in un luogo di lavoro, così come sancito dall’art. 180 del D.Lgs. 81/08.
Se in passato le situazioni di disagio fisico nei luoghi di lavoro legate a scarse e inadeguate condizioni microclimatiche, erano state del tutto ignorate, oggi la legge interviene a tutela della salute dei lavoratori obbligando i datori ad una valutazione del rischio almeno quadriennale (il microclima rientra fra i rischi fisici), in modo da adottare le opportune misure di prevenzione.
A cosa bisogna fare attenzione durante la valutazione del microclima? Indipendentemente dalla stagione bisogna considerare:
- Aerazione dei luoghi di lavoro chiusi: va sempre garantita con finestre o, se presenti, con gli impianti di aerazione sottoposti a regolare controllo e manutenzione;
- Temperatura interna: sempre adeguata all’attività di lavoro svolta e agli sforzi fisici previsti;
- Umidità: mantenuta a livelli adeguati e compatibili con le esigenze del lavoro svolto.
Regolare questi tre parametri non è sempre facile, poiché il microclima è strettamente connesso alla natura del luogo e all’attività che si svolge all’interno.
L’applicabilità di queste linee guida e la valutazione delle condizioni microclimatiche risulta molto più semplice all’interno di un ufficio, dove si svolge un’attività pressoché sedentaria, rispetto ad un grande capannone o un magazzino industriale che prevede attività fisiche continue o quei luoghi produttivi con temperature troppo basse o troppo alte.
In un ambiente termico moderato come un ufficio, la valutazione del microclima viene fatta mediante indici sintetici;
- PMV (Voto medio previsto);
- PPD (Percentuale prevista di insoddisfatti)
Questi indici vengono poi confrontati con valori standard di riferimento (temperatura effettiva corretta, temperatura al globotermometro a bulbo bagnato, indice di stress termico), previsti dalla norma tecnica UNI EN ISO7730.
Come assicurare il miglior microclima possibile nei luoghi di lavoro
Alla fine di questo articolo, avrai sicuramente compreso che assicurare un adeguato microclima negli ambienti di lavoro non è soltanto un obbligo di legge per ogni datore di lavoro e responsabile della sicurezza.
Ma cosa puoi fare materialmente per limitare, se non eliminare del tutto, ogni potenziale rischio derivante da un ambiente di lavoro climaticamente disagevole?
- Dotarsi di un impianto di climatizzazione con centralina microclimatica in grado di tenere sotto controllo i parametri di temperatura e umidità ambientale nel rispetto della normativa vigente;
- Mantenere un elevato grado di umidità ambientale in inverno (ma non superiore al 50%);
- Schermare le superfici e le fonti di calore radiante interne;
- Non affollare il luogo di lavoro con troppe macchine o troppo personale, ciò aumenta fonti di calore;
- Effettuare la manutenzione degli impianti di riscaldamento o di climatizzazione, e dei filtri dell’aria, per rendere più efficiente l’impianto ed evitare che sia fonte di contaminazione biologica dell’aria.
- Regolare la ventilazione (aumentarla o diminuirla) in base al disagio termico dei lavoratori;
- Adottare sistemi di chiusura e apertura delle porte che riducono al minimo gli sbalzi di temperatura tra esterno e interno;
- Posizionare le postazioni di lavoro a distanza da porte che si affacciano in ambienti esterni troppo freddi;
- Dotare i locali di lavoro di termostati per permettere ai lavoratori stessi di regolare i parametri microclimatici in base alle proprie esigenze.
Non dimenticare che solo una corretta valutazione del microclima può fare la differenza nella prevenzione dei rischi di salute causati da un ambiente di lavoro climaticamente disagevole.
Assenze continue per malattia e infortuni sul lavoro mettono a rischio te, la tua azienda e soprattutto i tuoi lavoratori.