Valutazione del Rischio Aeraulico: in cosa consiste?

Perché é così importante la Valutazione del Rischio Aeraulico?

Le persone trascorrono in media quasi l’80% del proprio tempo in ambienti chiusi, come uffici ed altri luoghi di lavoro. Qui la concentrazione di inquinanti è fino a 5 volte superiore rispetto agli spazi outdoor.

Una buona qualità dell’aria indoor nei luoghi di lavoro è dunque fondamentale per assicurare la salute dei lavoratori e metterli nelle condizioni migliori per garantire ottime performance lavorative.

La presenza di impianti di climatizzazione e ventilazione consente di assicurare adeguate  condizioni termoigrometriche e di creare un ambiente di lavoro confortevole e salubre. A patto però che tali impianti siano correttamente mantenuti e igienizzati.

Il primo step della procedura operativa di pulizia e sanificazione di un impianto aeraulico è la valutazione dei rischi correlati alla scarsa igiene degli impianti di trattamento aria.

Solo così sarà possibile adottare le giuste misure di prevenzione e protezione dell’impianto stesso da ogni tipo di rischio biologico, fisico o chimico che sia.

In questo articolo ti spiegheremo a cosa serve e come va effettuata un’analisi del rischio degli impianti aeraulici sulla base dell’Accordo Stato-Regioni del Febbraio 2013.

A cosa serve la Valutazione del Rischio Aeraulico?

L’analisi del rischio biologico, fisico e chimico degli impianti aeraulici che servono un ufficio o un altro luogo di lavoro chiuso ha come obiettivo primario prevenire quelle circostanze che rendono un impianto malsano e poco efficiente.

A ribadire la necessità e l’importanza della qualità dell’aria indoor è il testo sancito il 7 febbraio 2013 dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, ovvero l’accordo recante la “Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria”.

I contaminanti aerodispersi negli ambienti di lavoro chiusi (secondo il D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.) sono associati all’insorgenza di quella sintomatologia che prende il nome di Sick Building Syndrome (o Sindrome dell’Edificio Malato), sia a Building Related Illness, ovvero patologie correlate alla frequentazione di un determinato edificio.

Laddove gli impianti aeraulici presentino scarse condizioni igieniche, c’è il rischio che questi stessi impianti possano essere il veicolo principale di diffusione di contaminanti biologici e chimici nell’aria indoor.

L’art. 64 del D.Lgs. 81/2008 obbliga ogni datore di lavoro ad eseguire una regolare manutenzione, pulizia e disinfezione degli impianti di aerazione. Le Linee Guida promosse dall’Accordo Stato-Regioni 2013 invece scendono più nel dettaglio poiché:

  1. Regolamentano le procedure operative per la valutazione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria;
  2. Danno indicazioni pratiche per la pianificazione di interventi di manutenzione e ispezione degli impianti di condizionamento e climatizzazione.

Possiamo quindi asserire che: 

  • Il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro n. 81 del 2008 indica l’obbligatorietà a controllare periodicamente gli impianti e a bonificare qualora necessario;
  • L’Accordo Stato Regioni 2013 riempie di significato il “periodicamente” associato al controllo degli impianti, dettagliando frequenza e modalità di ispezione (necessaria a valutare lo stato igienico e funzionale)

Il processo di Valutazione del Rischio è riferito a tutti gli impianti di trattamento dell’aria che sono a servizio di ambienti di lavoro chiusi. 

Sono esclusi, invece, quegli impianti che regolano la temperatura ma senza immissione forzata di aria dall’esterno (es. termoconvettori, stufe) e impianti di processo per particolari lavorazioni industriali.

L’iter della procedura di Valutazione e Gestione del Rischio Aeraulico parte da un’analisi tecnico-ambientale volta ad esaminare i fattori di rischio.

Continua a leggere i prossimi paragrafi per conoscere tutti gli step e le operazioni da effettuare su un impianto per il controllo della corretta funzionalità e il mantenimento dei requisiti igienici.

Impianto aeraulico: quali controlli visivi vanno fatti?

Come ricordano le Linee Guide dell’Accordo Stato-Regioni 2013 per garantire il buon funzionamento degli impianti aeraulici è necessario effettuare periodicamente interventi di pulizia e manutenzione.

Tali interventi devono prevedere sempre un controllo visivo e ove necessario un’ispezione tecnica. La valutazione meramente visiva dello stato di manutenzione e igienico di un impianto può essere svolta indipendentemente da quella tecnica.

L’ispezione visiva serve ad accertare lo stato igienico e la funzionalità dei vari componenti dell’impianto aeraulico, con attenzione particolare a quelli che sono i punti critici. Gli elementi oggetto di indagine visiva sono soprattutto:

  1. Unità di Trattamento dell’Aria (U.T.A.);
  2. Serrande di presa dell’aria esterna;
  3. Filtri;
  4. Vasca dell’acqua di condensa;
  5. Sifone di drenaggio;
  6. Batterie di scambio termico;
  7. Umidificatori;
  8. Terminali  di mandata dell’aria;
  9. Condotte aerauliche;
  10. Torre di raffreddamento.

Per ogni elemento dell’impianto da valutare verranno verificati diversi parametri, dallo stato di deterioramento alla presenza di sporcizia, detriti, sedimenti, incrostazioni, tracce di biofilm o eventuale presenza di muffe visibili.

Questa prima parte del lavoro di indagine visiva degli impianti avviene mediante check list e si effettua per mezzo di:

  • Sopralluogo tecnico degli impianti canalizzati, per la verifica dello stato interno di conservazione del rivestimento e degli accessori in linea, e dell’eventuale presenza di contaminazioni;
  • Report fotografico dello stato interno dell’U.T.A. e delle P.A.E., per la verifica della condizione di conservazione di lamelle delle batterie di scambio, vaschetta acqua di condensa e sifone di drenaggio, condizione ugelli, stato motore e filtri, ed eventuali contaminazioni visive.

La periodicità di questa ispezione non è in alcun modo predeterminata, ma dipende dagli esiti delle valutazioni precedenti. Tuttavia è sempre consigliabile una frequenza mensile.

Controlli più frequenti potrebbero essere necessari in caso di variazioni delle condizioni ambientali o di lavoro, dall’usura o dalla presenza di fonti di inquinamento a carattere temporaneo. 

Sarà il Datore di Lavoro o un suo incaricato RSPP ad essere responsabile della pianificazione degli interventi di manutenzione.

Tutte le azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché gli esiti delle verifiche visive, vanno raccolti in un apposito Registro degli Interventi di Manutenzione che insieme al Documento di Valutazione del Rischio Aeraulico rappresenta lo strumento più utile per gestire al meglio ogni criticità futura si presenti.

Step ulteriore sono l’analisi tecnica e quella microbiologica. Vediamo come vengono eseguite nel prossimo paragrafo.

Procedura operativa di Valutazione del rischio: come va eseguita l’ispezione tecnica

L’ispezione tecnica è una parte del lavoro di analisi più analitica che consiste soprattutto in campionamenti e/o controlli tecnici con prove microbiologiche su tutti i componenti dell’impianto.

Lo scopo è valutare l’efficienza, lo stato di conservazione e le condizioni igieniche, diagnosticare dunque le criticità e definire  le misure da intraprendere (compresa la stessa sanificazione degli impianti di climatizzazione) e la tempistica di intervento. Pertanto è un approfondimento dell’ispezione visiva.

La procedura di aggiunta tecnica viene eseguita in particolare su:

  • Superfici delle U.T.A.;
  • Rivestimenti dei canali aeraulici;
  • Polvere e sedimenti interni;
  • Aria in uscita dalle bocchette di mandata.

Inoltre, è effettuata una pesatura della polvere sedimentata (Nadca Vacuum Test). Il test nasce come verifica post bonifica, ma aggiunge informazioni rilevanti anche all’interno di uno studio di valutazione del rischio aeraulico.

L’ispezione tecnica è poi completata con le seguenti operazioni:

  1. Verifica ingegneristica della differenza dei gradienti pressori a monte e a valle dei filtri, per escludere eventuali intasamenti e accumuli di polvere;
  2. Misura della differenza di portata a monte e a valle delle batterie di scambio termico, per verificare il buon funzionamento;
  3. Analisi microbiologica dell’acqua circolante nelle sezioni di umidificazione adiabatica;
  4. Misura della quantità di polvere sedimentata nelle condotte;
  5. Verifica dello stato di conservazione dei rivestimenti termoacustici;
  6. Valutazione del corretto funzionamento delle serrande;
  7. Misurazione a campione della portata dell’aria emessa dai terminali di mandata;
  8. Controllo di tutti i parametri del microclima del luogo di lavoro (temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria);
  9. Campionamento e monitoraggio microbiologico dell’acqua del bacino della torre di raffreddamento;
  10. Videoispezione delle canalizzazioni aerauliche.

Tutte queste verifiche consentono, da un lato, di analizzare le perdite di carico e valutare il livello di ostruzione degli elementi ( batterie e filtri in particolare), dall’altro, di verificare le contaminazioni microbiche presenti, con particolare attenzione alle cariche batteriche classiche e alle muffe, che in condizioni di umidità proliferano in abbondanza.

Un’indagine non può dirsi completa se ovviamente non tiene conto anche delle caratteristiche della struttura, la tipologia di attività produttiva svolta, e il personale impiegato. 

Tutte queste analisi confluiscono poi nel Documento di Valutazione del Rischio Aeraulico, strumento essenziale per implementare un efficace sistema di prevenzione e gestione degli impianti.

Contaminanti chimici, virus e batteri aerodispersi costituiscono un pericolo serio che non devi mai trascurare.

Solo l’unione di verifiche visive, tecniche e analitiche sugli impianti ti permette di adottare la migliore strategia correttiva per garantire ai tuoi dipendenti un ambiente salubre e confortevole in cui lavorare.

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