centralina microclima

Centralina Microclima: come funziona il monitoraggio

La centralina per microclima è uno strumento essenziale per la valutazione dei parametri microclimatici all’interno di un ambiente chiuso o semi-chiuso come un luogo di lavoro.

Il microclima è in sostanza il clima degli ambienti confinati (uffici, mezzi di trasporto, ospedali, ambienti di lavoro ecc…). 

È costituito da un complesso di parametri fisici ambientali e parametri individuali (abbigliamento e attività svolta) che influenzano gli scambi termici tra l’ambiente e gli individui che vi operano.

L’esposizione ad inadeguate condizioni microclimatiche può determinare sofferenze fisiologiche che hanno ripercussioni più o meno gravi tanto sulla salute che sulla capacità lavorativa di un soggetto.

Ecco perché ogni datore di lavoro è obbligato per legge (D.Lgs. 81/2008) a valutare ogni possibile rischio per la salute dei propri lavoratori, adottando opportune misure di prevenzione e protezione, come il monitoraggio periodico del microclima e il campionamento dell’aria.

Tale monitoraggio avviene mediante l’utilizzo di specifici strumenti di misurazione del microclima, come ad esempio la centralina.

Continua a leggere per conoscere il funzionamento di questo dispositivo e la procedura di rilevamento dei parametri microclimatici di un ambiente indoor.

Centralina microclima, descrizione dello strumento e dei suoi componenti

Un’analisi del microclima necessita dell’uso di centraline di monitoraggio in grado di registrare i parametri oggettivi di misurazione che caratterizzano il microclima di un ambiente interno, ovvero:

  1. Temperatura dell’aria (Ta: °C);
  2. Umidità relativa (RH:  %);
  3. Velocità dell’aria (Va: m/s);
  4. Temperatura radiante (Tr: °C).

Esistono due diverse tipologie di dispositivi per la misurazione dei parametri microclimatici e della qualità dell’aria indoor: stazione microclimatica e centralina microclimatica portatile.

Nei prossimi paragrafi analizzeremo nel dettaglio composizione e funzionamento di entrambi i dispositivi.

Stazione di misura del microclima

La stazione microclimatica viene impiegata per lo studio, la misura e la verifica del Microclima, in conformità a tutte le norme ISO che regolano il settore.

Tale dispositivo permette, infatti, un’analisi dettagliata ed approfondita di tutte le tipologie di ambienti termici (moderati, freddi e caldi).

Queste stazioni di analisi multimisura acquisiscono ed elaborano molteplici parametri fisici, correggendo in tempo reale anche le eventuali anomalie che si dovessero presentare.

 Si tratta di strumentazioni abbastanza complesse e dalla struttura modulare, composta da:

  • Unità compatta di controllo e monitoraggio (la centralina microclimatica);
  • Datalogger di acquisizione dati di monitoraggio;
  • Software di gestione ed elaborazione dei dati;
  • Stampante collegata direttamente alla centralina;
  • Sensori remoti e sonde di misura.

Le sonde sono, probabilmente, la componente più importante per la funzionalità di questo strumento.

La scelta di quale utilizzare, infatti, dipende dal tipo di grandezza di misurare, nonché dal campo di misura che viene scelto.

Le sonde principali montate sulle centraline e sulle stazioni microclimatiche sono di tre tipologie:

  1. Sonde termometriche a bulbo umido a ventilazione naturale: misurano la temperatura dell’aria in condizioni naturali, parametro necessario a valutare l’indice WBGT;
  2. Sonde globotermometro per microclima: calcolano la temperatura media radiante percepita dall’individuo;
  3. Sonde a bulbo secco: calcolano la temperatura ambientale e l’umidità relativa, nonché grandezze ad esse connesse, come la temperatura di rugiada, l’umidità assoluta e l’entalpia dell’aria.

A queste sonde possono essere affiancati altri strumenti di misura, come anemometri a filo caldo (per la misura della velocità dell’aria), sonde di misura IR (per monitorare il livello di anidride carbonica), fonometri (per misure illuminotecniche e del rumore).

Centralina per la misura del microclima

Le centraline microclimatiche di tipo portatile sono strumenti compatti utili per la misurazione del microclima e dei suoi parametri principali, necessari a valutare lo stress termico di un soggetto all’interno degli ambienti.

Si tratta di piccole stazioni microclimatiche palmari impiegate soprattutto per l’analisi, in conformità alle norme ISO 7730, 7726, 7243 e 8996, degli indici per ambienti termici moderati, caldi e freddi:

  1. WBGT (temperatura a bulbo umido e del globo-termometro);
  2. PMV (voto medio previsto);
  3. PPD (percentuale prevista di insoddisfatti).

 Le sonde impiegate solitamente per la misurazione degli indici PMV e PPD sono soprattutto:

  • Sonda anemometrica per la velocità dell’aria;
  • Sonda termoigrometrica per Temperatura ed Umidità relativa;
  • Sonda globometrica per Temperatura globotermometro Tg;
  • Sonda a filo caldo omnidirezionale.

Per il calcolo e la valutazione dell’indice WBGT si utilizzano, invece:

  • Sonda di temperatura di bulbo umido a ventilazione naturale;
  • Sonda globotermometro;
  • Sonda di temperatura di bulbo secco.

Questo tipo di centraline microclimatiche sono dotate di 3 ingressi per le sonde digitali che dialogano con il dispositivo interno di acquisizione e memorizzazione dei dati della misura delle grandezze microclimatiche.

Come si usa una centralina per microclima: indicazioni e procedura di rilevamento

L’utilizzo di una centralina microclimatica richiede un tempo notevole di operatività, sia per quanto riguarda la misura che per la successiva elaborazione dei dati raccolti.

La durata della rilevazione, comunque, può variare in base alle specifiche condizioni ambientali nonché alla frequenza di registrazione dei dati che viene impostata prima della rilevazione. In condizioni poco variabili, ad esempio, è sufficiente un campionamento di circa 15 minuti.

La durata del rilevamento deve essere tale da consentire l’acquisizione di dati che siano realmente rappresentativi delle condizioni microclimatiche presenti all’interno dell’ambiente monitorato.

In ogni caso, è necessario un certo tempo di acclimatazione delle sonde, prima di procedere alla rilevazione, che dipende dalla differenza tra temperatura dell’ambiente da cui proviene la strumentazione e quella dell’ambiente da campionare.

Come suggerisce anche l’Inail, centralina va posizionata in prossimità delle varie postazioni occupate dai lavoratori. Per la scelta dei punti di rilievo dei parametri microclimatici è possibile seguire queste indicazioni operative:

  • Effettuare il rilievo in prossimità dei punti in cui è stato eseguito il campionamento microbiologico;
  • Considerare la grandezza dell’ambiente di lavoro: in caso ambiente piccolo e uniforme basta un solo rilievo al centro del locale;
  • Eseguire un rilievo a centro ambiente ed uno nei pressi della fonte di calore, se presente;
  • In caso di correnti d’aria o fonti di turbolenza, effettuare 3 campionamenti: in prossimità del punto di ingresso della turbolenza, a centro ambiente, e in una postazione che non risente della corrente;
  • In ambienti dotati di sistemi di condizionamento dell’aria, vanno svolti rilievi a centro-ambiente ed in prossimità delle bocchette di mandata dell’aria.

Per ogni punto di rilevamento prescelto, è possibile eseguire anche due diverse misurazioni utilizzando le sonde ad altezze differenti, in modo da tener conto nella rilevazione anche delle diverse modalità operative di un soggetto (seduto o in piedi).

Inoltre, può essere sempre utile effettuare anche un campionamento esterno nel punto di prelievo dell’aria immessa nel locale interno, al fine di valutare l’origine delle condizioni dell’ambiente indoor.

Strumenti di misurazione del microclima e riferimenti normativi

L’importanza di utilizzare una centralina microclimatica per il monitoraggio dell’aria e per la valutazione dell’indice di comfort termico negli ambienti di lavoro va inquadrata in una cornice normativa ben precisa che comprende le seguenti norme:

  1.  UNI EN ISO 7726 – Ergonomia degli ambienti termici – Strumenti per la misurazione delle grandezze fisiche;
  2. UNI EN ISO 7730 – Ambienti termici moderati. Determinazione degli indici PMV, PPD e specifica delle condizioni di benessere;
  3. UNI EN ISO 7243 – Ambienti caldi. Valutazione dello stress termico per l’uomo negli ambienti di lavoro, basata sull’indice WBGT (temperatura a bulbo umido e del globotermometro);
  4. UNI EN ISO 11079 – Valutazione degli ambienti freddi – Determinazione dell’isolamento richiesto dagli indumenti (IREQ);
  5. UNI EN ISO 8996 – Ergonomia dell’ambiente termico – Determinazione del metabolismo energetico.

Tali normative indicano le specifiche tecniche degli strumenti e le metodologie di analisi adeguate ad una corretta misura degli indici che caratterizzano gli ambienti termici.

In particolare, la rilevazione strumentale dei parametri microclimatici segue le indicazioni contenute nella Norma Tecnica UNI EN ISO 7726:2002. Tale norma riporta tra le altre cose anche i requisiti della strumentazione e della attività di rilevazione, ovvero:

  • La posizione della centralina microclimatica deve essere rappresentativa dell’ambiente che si vuole monitorare;
  • Il monitoraggio deve misurare in maniera puntuale i parametri di temperatura dell’aria, temperatura media radiante, umidità relativa, velocità dell’aria e relativa deviazione;
  • La misurazione deve comprendere l’annotazione di data, ora, abbigliamento delle persone e attività che svolgono.

I dati di monitoraggio ottenuti andranno poi opportunamente valutati in base ai valori limite dei parametri microclimatici, stabiliti dalla normativa UNI EN ISO 7730.

Secondo  tale norma tecnica, gli ambienti moderati sono soggetti a variabili oggettive dei parametri compresi nei seguenti intervalli:

  • Temperatura dell’aria tra 10°C e 30°C;
  • Umidità relativa dell’aria tra 30% e 70%;
  • Temperatura media radiante tra 10°C e 40°C;
  • Velocità dell’aria tra 0 e 1 m/s.

La presenza di questi valori negli ambienti moderati rappresenta una condizione di comfort termico.

Microclima: chi può effettuare la misura e l’analisi dei parametri negli ambienti di lavoro?

L’analisi del comfort termico e del livello di soddisfazione microclimatico degli occupanti un ambiente indoor viene effettuata analizzando molteplici variabili.

Questi valori consentono di restituire indici microclimatici utili a valutare l’eventuale presenza di condizioni di discomfort e situazioni che possono compromettere l’attività lavorativa e lo stato psicofisico dei soggetti che occupano un ambiente.

Il Microclima costituisce una voce importante all’interno del Documento di Valutazione del Rischio di un’azienda.  Rientrando nella valutazione dei cosiddetti  rischi fisici, le analisi microclimatiche andrebbero svolte ogni 4 anni. Tuttavia si raccomanda un intervallo più breve.

Come datore di lavoro, non puoi sottovalutare l’importanza che il monitoraggio periodico della qualità dell’aria e del microclima negli ambienti di lavoro, può avere sul miglioramento della motivazione e delle performance dei tuoi dipendenti.

Questo significa però che non puoi affidare la sicurezza della tua azienda e dei tuoi lavoratori in mani inesperte.

Le operazioni di rilevazione e di lettura dei parametri del microclima sono complesse e richiedono personale altamente specializzato

Al giorno d’oggi sono disponibili strumentazione sempre più sofisticate ed innovative, come la centralina di monitoraggio del microclima. 

Ma la tecnologia da sola non basta, se non si accompagna ad un’adeguata preparazione e ad una comprovata esperienza dell’azienda che effettua le rilevazioni microclimatiche.

Un buon microclima e aria interna pulita aiutano a costruire ambienti di lavoro più sani ed efficienti.

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