Rapporto ISS Covid: Aggiornamenti su Aria Ambienti Indoor

Le nuove indicazioni dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS) – contenute nei rapporti ISS COVID-19 n. 11 e 12 del 2021 – rappresentano un punto fondamentale per comprendere e gestire la questione pandemica negli ambienti indoor, con particolare attenzione agli impianti di condizionamento.

Tanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che l’ISS riconoscono oggi quanto la comunità scientifica del mondo HVAC afferma da oltre un anno, ovvero: il droplet e la via aerea sono il principale mezzo di contagio del SARS-COV2.

Già uno studio recente, di cui abbiamo parlato approfonditamente nell’articolo “Coronavirus e ricambi d’aria: ulteriori approfondimenti”, aveva posto l’accento sull’importanza che hanno i ricambi d’aria nel mitigare i rischi di una contaminazione microbiologica (anche se non esiste il numero perfetto di ricambi necessari a causa delle numerose variabili in gioco).

Sul Rapporto ISS n. 11/2021 si evidenzia testualmente:  “La qualità dell’aria indoor è parte integrante della gerarchia di gestione del rischio: migliorare la qualità dell’aria indoor è sempre stato un vero punto di forza per promuovere e salvaguardare la salute dei cittadini”.

Nel Rapporto ISS n. 12/2021, invece, possiamo leggere la conferma dell’importanza del contagio per via aerea, che nella prima fase della pandemia non era escluso ma ampiamente sottovalutato: “Il rischio di contagio attraverso i droplet o attraverso la via aerea prevale rispetto a quello mediante contatto con le superfici o oggetti contaminati”.

In questo articolo di approfondimento analizzeremo nel dettaglio tutti gli aggiornamenti e le indicazioni che i nuovi Rapporti ISS forniscono sulle misure di prevenzione e la gestione degli ambienti chiusi, con particolare attenzione alla sanificazione degli impianti di climatizzazione.

Rapporto ISS  n.11/2021: aggiornamenti e misure di prevenzione e gestione per gli ambienti lavorativi indoor

Per contrastare la trasmissione dell’epidemia da SARS-CoV-2, risulta fondamentale garantire la migliore qualità dell’aria negli ambienti indoor possibile, come misura massima per tutelare la salute di cittadini e lavoratori.

Il Rapporto ISS n.11/2021, “Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2”,  fornisce una serie di raccomandazioni da mettere in atto negli ambienti lavorativi e domestici.

Partiamo subito dalla questione aggiornamenti.  In cosa il nuovo rapporto si discosta dal precedente Rapporto ISS COVI-19 n.5/2020? Sono due i punti fondamentali da considerare:

  1. In accordo con le Linee Guida Nazionali, emanate per i principali settori di attività, vengono fornite ulteriori raccomandazioni per facilitare la gestione  di spazi e ambienti di lavoro;
  2. Vengono dettagliatamente specificate quali procedure adottare per garantire un ricambio d’aria naturale e un’adeguata ventilazione meccanica negli ambienti chiusi.

Nei luoghi pubblici indoor, particolarmente affollati e senza un’adeguata ventilazione (<< 3 L/s/persona, come si legge nel Rapporto n.11/2021), il rischio che una persona infetta senza mascherina possa contaminare altre persone è molto elevato rispetto agli ambienti esterni.

Il rapporto, dunque, si focalizza su quelle misure preventive ed operative da implementare necessariamente rispetto a:

  • Ricambio dell’aria naturale o ventilazione meccanica;
  • Parametri microclimatici;
  • Comportamenti corretti da adottare per prevenire il rischio contagio;
  • Carichi di lavoro e livelli di occupazione degli ambienti.

In questo approfondimento tralasceremo le indicazioni rivolte agli ambienti domestici, per concentrarci invece su quelli lavorativi in cui interagiscono, per diversi scopi ed esigenze, più persone in spazi ristretti.

Misure generali per un ambiente lavorativo indoor

L’inquinamento indoor negli ambienti di lavoro non è certo un problema recente. Respirare aria viziata, poco filtrata, carica di virus, batteri e altri patogeni, nonché, allergeni e sostanze chimiche pericolose può essere la causa di patologie di salute anche gravi.

Il quadro emergenziale che stiamo vivendo ha accresciuto la consapevolezza di quanto la qualità dell’aria indoor negli ambienti lavorativi sia estremamente importante per tutelare non soltanto la salute di lavoratori e dipendenti, ma anche per migliorare le performance e la qualità del lavoro stesso.

Sul piano meramente operativo, il Rapporto n.11/2021 suggerisce a datori di lavoro e responsabili della sicurezza di strutture lavorative alcune azioni da mettere in atto quotidianamente per limitare ogni possibile diffusione del virus SARS-CoV-2 e delle sue varianti, mantenendo una buona Indoor Air Quality.

Non si tratta di misure a sé stanti, ma indicazioni che vanno inscritte in una strategia più ampia di prevenzione e controllo del rischio. Eccone alcune:

  1.  Garantire ricambio dell’aria naturale o meccanica in tutti gli ambienti di lavoro, così da apportare aria fresca e pulita dall’esterno e assicurare l’abbattimento delle concentrazioni delle fonti di inquinamento indoor (es. COV, PM10, batteri, virus, allergeni, funghi ecc…);
  2. Mantenere in funzione l’impianto fancoil di riscaldamento/raffreddamento per tutte le ore di presenza dei lavoratori all’interno degli edifici, attuando un decremento nelle ore notturne;
  3. Negli edifici dotati gli impianti di ventilazione UTA/VMC, mantenere attivi ingresso ed estrazione dell’aria 24 ore su 24, 7 giorni su 7, riducendo i livelli di ventilazione nelle ore notturne e nei fine settimana di non utilizzo;
  4. Controllare l’efficienza di funzionamento degli impianti VMC regolarmente, verificando eventuali perdite di carico e quote di ricircolo d’aria;
  5. Sostituire, ove possibile, il pacco filtrante degli impianti con filtri ad alta efficienza per migliorare la filtrazione dell’aria in ingresso e di ricircolo;
  6. Programmare una pulizia periodica degli impianti di ventilazione e di climatizzazione e di ogni loro componente, compresi filtri, batterie di scambio termico, vasche di raccolta della condensa, uta esterna ecc…;
  7. Mantenere condizioni microclimatiche idonee ad un ambiente di lavoro salubre (ad esempio: temperatura estiva ideale tra 24-26°C con umidità tra il 50-60%, e temperatura invernale tra 20-22°C, con umidità tra 35-40%).

Un’adeguata ed efficace ventilazione degli ambienti chiusi è necessaria per ottenere e mantenere nel tempo un’aria interna salubre.

Ma nessun sistema di ventilazione VMC, per quanto ben progettato e mantenuto in efficiente funzionamento può eliminare da solo tutti i rischi di esposizione.

Rapporto ISS  n.12/2021: aggiornamenti e indicazioni per la sanificazione degli ambienti indoor

Il Rapporto ISS n.12/2021 “Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: ambienti /superfici”, aggiorna il Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020.

Questo rapporto si concentra su un altro aspetto della trasmissibilità di agenti patogeni molto importante, ovvero la sanificazione di superfici e ambienti interni al fine di prevenire ogni possibile diffusione di contagio.

Rispetto alla versione del 2020, le indicazioni fornite sono state aggiornate sulla base di tutte le recenti evidenze scientifiche che sono emerse in merito alla trasmissibilità del SARS-CoV2 riguardano e alle disposizioni normative attualmente vigenti.

In particolare, gli aggiornamenti principali riguardano:

  • Procedure e sistemi di sanificazione/disinfezione generati in situ;
  • Tecnologie utilizzabili per sanificare gli ambienti di strutture non sanitarie,  anche nell’ottica di migliorare l’aria indoor.

Per ogni sistema di sanificazione/disinfezione elencato, vengono descritti gli aspetti tecnico- scientifici, l’ambito normativo e l’uso più pertinente da fare.

Al di là delle indicazioni operative, ciò che emerge da questo Rapporto ISS è un cambio di prospettiva nelle dinamiche di contagio del virus.

La maggiore comprensione dei meccanismi alla base del contagio da SARS-CoV2 e le evidenze scientifiche più recenti, infatti, hanno portato gli organismi sanitari internazionali a riconoscere nella trasmissione per via aerea la modalità dominante di diffusione di questo virus.

Questa affermazione è peraltro coerente con le modalità di trasmissione di tante altre infezioni di tipo respiratorio, soprattutto negli ambienti chiusi e poco ventilati.

Ciò comporta una maggiore attenzione a tutti quegli aspetti che riguardano la sanificazione dell’ambiente e degli impianti aeraulici che li servono.

Sanificazione degli ambienti indoor: le indicazioni dell’ISS

Con il termine sanificazione ci si riferisce nel Rapporto ISS a quell’insieme di procedimenti ed operazioni il cui scopo finale è rendere salubri determinati ambienti a mezzo di pulizia e/o disinfezione, ma anche tramite controllo e miglioramento delle condizioni microclimatiche.

Nelle imprese, negli esercizi commerciali e in tutti gli ambienti di lavoro – secondo il DPCM 2 marzo 2021 – oltre alle pulizie giornaliere, vanno garantite:

  • Sanificazioni periodiche di locali, ambienti, postazioni di lavoro, spogliatoi e aree comuni e di svago;
  • Sanificazioni straordinarie degli ambienti di lavoro nelle aziende in cui sono stati registrati casi di COVID-19.

Tra le procedure di sanificazione, diverse e alternative all’uso dei più comuni prodotti disinfettanti chimici, il Rapporto ISS si concentra soprattutto su di quelle considerate più efficaci per trattare grandi ambienti di lavoro, in particolare il trattamento mediante:

  1. Ozono;
  2. Cloro attivo generato in situ;
  3. Perossido di idrogeno;
  4. Purificatori/ionizzatori a filtri HEPA;
  5. Radiazione Ultravioletta;
  6. Vapore secco saturo 

Alcune di queste tecnologie sono indicate del trattamento di ambiente e superfici, altre invece per l’aria indoor in generale.

Un punto da tenere a mente è che la sanificazione deve riguardare ogni aspetto: non solo pavimenti, arredi e superfici, ma anche le apparecchiature di climatizzazione e ventilazione, in ogni loro parte esposta e non.

Prevenire e gestire il rischio contagio da virus e batteri in spazi indoor

La sanificazione dei canali aria è solo una parte di una strategia più ampia per ridurre l’inquinamento indoor da radon, Co2 e altri inquinanti chimici, nonché abbattere il potenziale di trasmissione di virus letali.

Pulizia e sanificazione vanno sempre accompagnate da adeguate misure di prevenzione volte a migliorare le condizioni microclimatiche di un ambiente indoor, in riferimento a temperatura, umidità e ventilazione.

In quest’ottica, riveste un ruolo preminente la manutenzione e la periodica sanificazione degli impianti di ventilazione nel ridurre il pericolo di trasmissibilità nell’aria di virus, batteri e allergeni.

 Solo con un’accurata bonifica dei canali aria si può realmente garantire la migliore salubrità e qualità possibile dell’aria indoor di un ambiente di lavoro.

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