Aria salubre per Aeroporti e aeromobili: è davvero possibile?

Respirare aria salubre e pulita  è un diritto fondamentale per ogni essere umano, soprattutto in luoghi chiusi e affollati come gli aeroporti e gli aerei

La supervisione e il controllo della qualità dell’aria indoor negli scali e sui voli è un tema di grande interesse, soprattutto negli ultimi anni con l’aumento esponenziale del traffico aereo e del flusso di passeggeri nei terminal.

L’IAQ gioca un ruolo chiave nella tutela della salute di viaggiatori e personale aeroportuale di bordo e di terra, oltre che un fattore determinante anche nell’esperienza complessiva dei passeggeri all’interno degli aeroporti. E proprio aree terminal e aeromobili sono considerati punti critici da monitorare costantemente.

In questo articolo, ci soffermeremo sul tema Indoor Air Quality in aeroporti e aeromobili e vedremo come sia possibile respirare aria salubre con la giusta combinazione di pulizia dell’aria nei canali, monitoraggio in tempo reale della qualità dell’aria e una corretta gestione degli impianti di trattamento e ricircolo dell’aria. 

Leggi anche: “Acqua, Aria e Salubrità Indoor”.

Cosa si intende per aria salubre

Cominciamo col dare una definizione chiara ed esaustiva di aria salubre che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) può essere identificata come “l’aria che non presenta rischi significativi per la salute umana”.

Si tratterebbe perciò di un’aria pura e priva di sostanze inquinanti, contaminanti o agenti patogene in quantità dannose per l’uomo, come: 

  • polvere sottili;
  • ozono;
  • biossido di azoto e di zolfo;
  • composti organici volatili (VOC);
  • monossido di carbonio;
  • Anidride carbonica in eccesso (CO2).

Negli aeroporti e negli aerei, come in qualsiasi altro luogo chiuso dove gli individui trascorrono molto tempo, la qualità dell’aria è di importanza vitale. L’esposizione a inquinanti, chimici o fisici che siano, infatti, può avere conseguenze negative sulla salute, da comuni problemi respiratori fino a patologie ben più gravi.

Ma quali sono le principali fonti di inquinamento dell’aria negli aeroporti? Sicuramente tutte le attività aeroportuali quotidiane:

  1. Ciclo di atterraggio e decollo degli aeromobili;
  2. Operazioni di gestione e manutenzione degli aerei;
  3. Attrezzature e macchinari di supporto a terra;
  4. Veicoli di trasporto passeggeri;
  5. Attività di gestione dei rifiuti;
  6. Operazioni di carico e scarico di personale, bagagli e merci;
  7. Esercizi commerciali, come bar e ristoranti.

Per affrontare questi problemi, esistono normative e raccomandazioni internazionali sulla qualità dell’aria in ambito aeroportuale, come ad esempio le linee guida dell’OMS sull’aria salubre negli ambienti interni. Tuttavia, è importante sottolineare che le normative possono variare a seconda dei paesi e delle regioni e che molte di queste sono ancora in fase di sviluppo.

Al di là di cosa dice la legge, resta ferma la necessità in questo settore di monitorare continuamente e di gestire la qualità dell’aria nell’ottica di migliorarla e di garantire la massima tutela possibile e il benessere di tutti coloro che li frequentano.

Il problema dell’inquinamento indoor non è esclusivo degli ambienti a terra. Anche in volo – come vedremo nel prossimo paragrafo – la qualità dell’aria all’interno della cabina può essere contaminata. Pertanto, anche qui è necessario adottare misure a garanzia della salute di passeggeri ed equipaggio.

Come funziona il ricircolo dell’aria a bordo di un aeromobile?

L’aria che si respira all’interno di un aereo non è immune dall’essere inquinata. All’interno di un aeromobile fonti di contaminazione possono includere infatti:

  • Fumo di sigaretta, se non vi è il divieto a bordo;
  • Prodotti detergenti chimici utilizzati per la pulizia;
  • Effluvi di sostanze chimiche usate nella manutenzione (es. vernici, solventi e lubrificanti);
  • Passeggeri che tossiscono o starnutiscono, rilasciando aerosol e particelle contaminate nell’aria;
  • Gas di scarico degli aerei durante l’atterraggio e il decollo;
  • Combustione dei motori dell’aereo durante il volo;
  • Emissioni dai sistemi di ventilazione e di riscaldamento dell’aereo;
  • Muffa e batteri presenti nei sistemi di ventilazione dell’aereo.

Quest’ultimo punto ha a che fare con una pulizia non adeguata del sistema di aerazione del velivolo. Tuttavia, prima di concentrarci su questo tema, cerchiamo di capire meglio come funziona il ricircolo di aria a bordo.

Un aereo viaggia a quote in cui nessun essere umano sopravvive. I valori di temperatura e di pressione registrati sono molto diversi rispetto agli standard terrestri: decine di gradi sotto lo zero, quasi l’80% di azoto, il 20% di ossigeno e una quantità irrilevante di altri gas, con una pressione differente rispetto a quella alla quale siamo abituati.

Per questa ragione, gli aeromobili sono progettati per isolare l’ambiente esterno da quello interno di un aereo, ricreando mediante specifici sistemi di pressurizzazione e condizionamento, una situazione di comfort ottimale, per certi versi molto prossima a quella riscontrabile a terra.

L’impianto di condizionamento di un aereo è quindi un sistema che assicura che l’aria all’interno della cabina sia costantemente filtrata e sostituita con aria fresca dall’esterno dell’aereo. 

Funziona prelevando aria dall’interno della cabina, passandola attraverso un filtro che rimuove i contaminanti e quindi miscelandola con aria fresca esterna, prima di farla ritornare nella cabina. Nello specifico: 

  1. l’aria che entra dalle turbine dei motori viene prelevata da compressori, per poi raggiungere l’impianto di condizionamento;
  2. Prima di raggiungere la cabina passeggeri attraversa particolari filtri in grado di intrappolare microbi e contaminazioni di ogni genere;
  3. Una volta entrata è fatta circolare attraverso un circuito dedicato e completamente rigenerata ad intervalli della durata di massimo di 5 minuti;
  4. a conclusione del ciclo viene fatta uscire all’esterno dell’aeromobile attraverso la valvola di efflusso, controllata a sua volta dall’impianto di pressurizzazione della cabina.

Questo processo viene ripetuto diverse volte all’ora, circa ogni 2-3 minuti con un massimo di 5, a seconda del tipo di aeromobile e della durata del volo. L’aria della cabina fluisce costantemente senza stagnare, perché il sistema di ricircolo è attivo anche quando l’aereo è fermo a terra.

Il filtraggio dell’aria avviene mediante filtri speciali chiamati HEPA (High-Efficiency Particulate Air) capaci di rimuovere circa il 99,9% di particolato e particelle microscopiche (inferiori ai 0,3 micron) come batteri e virus, garantendo così un ambiente più sicuro e sano per i passeggeri e l’equipaggio.

Oltre alla purezza dell’aria, il sistema di ricircolo aiuta a mantenere una temperatura uniforme a bordo, a ridurre l’umidità, creando un ambiente quanto più confortevole possibile e a garantire un adeguato ricambio di aria.

Se un impianto di condizionamento e ricircolo dell’aria è così importante per garantire una buona qualità dell’aria indoor, altrettanto essenziale è la sua pulizia e manutenzione. Scopri di più leggendo il prossimo paragrafo.

Sanificazione e qualità dell’aria su un aereo: come viene fatta

Non è esagerato dire che salire a bordo di un’aereo è un po’ come entrare in una sala operatoria, il luogo più salubre in assoluto e dove l’aria è sanificata al 99,9%, grazie soprattutto a sistemi di filtraggio HEPA.

Per quanto questi filtri – combinati al sistema di ricircolo – siano così efficienti nel mantenere l’aria circolante nella cabina pulita, molto di più di quella che probabilmente respireresti in qualsiasi altro luogo pubblico, le compagnie aeree hanno rafforzato le attività di sanificazione degli aeromobili. 

Ciò anche in base alle direttive dell’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea (EASA) sulla pulizia degli aeromobili in era Covid-19.

Di norma, un aeromobile viene sanificato a ogni volo, durante la sosta, mediante un sistema di nebulizzazione con sostanze chimiche specifiche. Tutto questo in aggiunta alle pulizie approfondite effettuate da personale tecnico specializzato a fine giornata. 

Queste operazioni includono pulizia e disinfezione di tutte le superfici con vapore ad alta temperatura, inclusi:

  • sedili;
  • cinture di sicurezza;
  • braccioli;
  • tavolini reclinabili;
  • touchscreen per l’intrattenimento a bordo;
  • alloggi delle valigie;
  • bagni (maniglie, rubinetti e tasti per azionare l’acqua);
  • e ogni altra zona a contatto con i passeggeri.

Per gli aerei che effettuano più tratte a breve raggio al giorno, ci si limita di solito a un ripristino rapido di ordine e pulizia, seguito poi da sanificazione e pulizia profonda durante la pausa notturna. Per gli aerei impegnati in tratte intercontinentali, con un tempo di riposo più lungo, sono necessari ovviamente interventi di sanificazione più approfonditi poiché centinaia di passeggeri sono rimasti a bordo a lungo.

Ovviamente non va trascurata la pulizia e la manutenzione dei componenti degli impianti di ricircolo dell’aria e soprattutto:

  • filtri dell’aria, che che devono essere sostituiti regolarmente per mantenere la loro efficacia e prevenire la diffusione di contaminanti;
  • valvole di scarico, che possono accumulare polvere e sporco e, dunque, influire sulla qualità dell’aria a bordo. Pertanto, vanno pulite e controllate regolarmente;
  • evaporatori, tendono ad accumulare umidità e creare un ambiente favorevole alla crescita di batteri e muffe. Quindi, vanno igienizzati regolarmente.

Adesso che abbiamo discusso del modo in cui la qualità dell’aria viene assicurata a bordo degli aeromobili, concentriamoci sulle aree aeroportuali a terra, esaminando i problemi critici e i metodi di monitoraggio dell’aria.

Indoor Air Quality negli aeroporti: criticità e metodi di monitoraggio

All’interno degli aeroporti, la qualità dell’aria non è sempre ottimale, ma anzi presenta livelli elevati di CO2 e di altri inquinanti. E questa è una preoccupazione di tutto rilievo non soltanto per la salute dei passeggeri, ma anche per i lavoratori aeroportuali che trascorrono molte ore al giorno all’interno dei terminal.

Senza contare che la gestione degli edifici aeroportuali e dei sistemi di condizionamento e ventilazione dell’aria rappresenta una vera e propria sfida

Questi ambienti, infatti, sono composti da aree con diverse funzioni, come la sala d’imbarco, le aree di controllo di sicurezza, la zona di check-in e sala di ritiro bagagli, le aree commerciali e di ristorazione, che richiedono diverse esigenze di riscaldamento e raffreddamento, a seconda della densità degli occupanti, dell’attività svolta o del tempo trascorso dai viaggiatori.

Queste zone possono presentare alcune criticità che possono influire sulla qualità dell’aria, come ad esempio 

  • l’affollamento di persone;
  • la presenza di materiali di costruzione e di arredamento che rilasciano sostanze nocive nell’aria;
  • l’uso di prodotti chimici per la pulizia e la manutenzione;
  • la vicinanza ai luoghi di transito dei veicoli a motore.

Ciò rende necessario un costante monitoraggio dell’aria indoor che può avvenire combinando diversi metodi di rilevazione e di analisi, come:

  1. Sensori di monitoraggio dell’aria e dei parametri microclimatici;
  2. Rilevatori di particolato e gas;
  3. Analisi chimiche e misurazione delle emissioni.

Questi dati raccolti serviranno poi a identificare le zone con maggiori problemi di qualità dell’aria e adottare le adeguate misure correttive e preventive, come per esempio una migliore gestione del sistema di ventilazione.

Per gli aeroporti comunque l’ideale è implementare un metodo di monitoraggio continuo o semi-continuo, cioè a brevi intervalli di tempo, capace di dare un quadro statisticamente rilevante dei livelli di contaminazione e supportare le migliori opzioni di gestione ambientale. Ciò sempre integrato a un protocollo ottimale di gestione degli impianti HVAC.

Come gestire la pulizia dei canali aria e degli impianti in aeroporto

La pulizia dei canali dell’aria e degli impianti HVAC in aeroporto è un’attività critica ma necessaria per garantire la salute e la sicurezza dei passeggeri, del personale e dell’ambiente circostante. 

In particolare, è necessario prestare attenzione alla pulizia e alla sanificazione periodica di: 

  1. filtri dell’aria;
  2. condotti;
  3. scambiatori di calore.

In queste parti dell’impianto, infatti, si possono accumulare particelle di polvere, batteri, virus e altri contaminanti, e la loro inadeguata pulizia può compromettere la qualità dell’aria e aumentare il rischio di diffusione di malattie.

Le operazioni di pulizia e sanificazione andrebbero quindi pianificate ed eseguite in modo sistematico, stabilendo un programma regolare, con specifiche tempistiche e tecniche. Va fatta molta attenzione anche all’uso di prodotti di pulizia e sanificazione sicuri e non tossici, per l’uomo e per l’ambiente. 

A questo si devono aggiungere anche ispezioni regolari agli impianti di ventilazione e monitoraggio continuo delle prestazioni per verificare anomalie e malfunzionamenti e agire in modo tempestivo per ripristinarli.

Sfide e soluzioni per garantire la qualità dell’aria negli aeroporti e ad alta quota

Ma allora “È davvero possibile avere aria salubre negli aeroporti e sui aeromobili?”. La risposta è sì, a patto però di accogliere le sfide che questi ambienti indoor ci pongono. 

Il benessere dei viaggiatori e dei lavoratori non è possibile senza una gestione ottimale della qualità ambientale interna, che comprenda non solo la salubrità dell’aria, ma anche comfort termico, illuminazione e acustica.

Questa sfida richiede una combinazione di buone pratiche di manutenzione, accorti monitoraggi dei livelli di inquinamento e misure adeguate a mantenere elevati gli standard di qualità dell’aria. 

Per questo motivo, rivolgersi ad aziende specializzate nella sanificazione aeraulica e nel campionamento dell’aria indoor può rappresentare una soluzione efficace per rendere aerei e terminali aeroportuali luoghi sani e confortevoli in cui vivere e lavorare. 

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