Temperatura Sala Operatoria: quali sono i parametri Corretti
Umidità e temperatura di una sala operatoria definiscono le condizioni microclimatiche di un ambiente vitale dell’ecosistema di un ospedale.
Le strutture sanitarie in generale sono ambienti particolarmente complessi e unici nel loro genere, che richiedono un’elevata qualità dell’aria indoor.
Ciò si traduce non solo in un costante controllo del livello di contaminazione, ma anche nel monitoraggio di quei parametri microclimatici che influiscono sul benessere e il grado di comfort di operatori e pazienti.
L’ASHRAE (American Society of Heating, Refrigerating and Air-conditioning Engineers), ovvero l’associazione più qualificata a livello internazionale in tema di condizionamento dell’aria, definisce una sala chirurgica come una camera bianca a contaminazione controllata.
La qualità dell’aria di una sala operatoria è collegata a 3 fattori di rischio:
- chimico
- biologico
- fisico.
In questo articolo ci concentreremo in particolare su quest’ultimo elemento, analizzando l’importanza delle condizioni termoigrometriche (Temperatura e umidità relativa) e la necessità di un controllo periodico anche in virtù delle Linee guida Ispesl per le sale operatorie.
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Perché è importante la temperatura in sala operatoria
La sala operatoria è un ambiente estremamente complesso dal punto di vista microclimatico. Se ti è mai capitato di sottoporti a un intervento chirurgico, probabilmente ti sarai reso conto che la sala operatoria è un ambiente freddo.
All’interno delle sale chirurgiche, infatti, è necessario mantenere uno standard definito di temperatura e umidità al fine di conciliare le diverse esigenze in gioco, ovvero:
- Omeotermia del paziente, la cui temperatura corporea non deve scendere al di sotto di un certo livello per evitare l’esposizione a potenziali infezioni;
- Comfort termico dell’equipe medica, le cui prestazioni possono essere influenzate in caso di disagio termoigrometrico.
Senza dimenticare che un microclima inadeguato potrebbe alterare la componente microbiologica dell’aria, aumentando il rischio di inalare aerosol microbici.
Ad esempio, in presenza di umidità e temperature elevate, la conseguente sudorazione eccessiva determina un aumento dell’emissione di batteri da parte dell’equipe coinvolta.
Quindi, perché la camera operatoria e’ fredda? Di fatto per tutelare il comfort degli operatori e, di conseguenza, la salute del paziente.
Quando si opera, un chirurgo o un infermiere indossano abiti sterili per molto tempo, rimanendo in piedi sotto luci intense ed accecanti. Una temperatura più fresca li aiuta a non patire il caldo e a rimanere concentrati e lucidi. E più lo staff è a proprio agio, più le chance della buona riuscita di un intervento aumentano.
Temperatura e umidità, quindi, vanno sempre mantenute alle condizioni idonee allo svolgimento delle attività chirurgiche, fatta eccezione per specifiche condizioni termoigrometriche necessarie ad alcune condizioni di esercizio (es. ipotermia, ipertermia) per alcune attività chirurgiche (ipotermia, ipertermia).
Ma quali sono i parametri microclimatici corretti di un blocco operatorio? Continua a leggere l’articolo.
Quali sono i parametri del Microclima di una sala operatoria
Iniziamo subito col dire che il microclima di un ospedale e della sala operatoria di un ospedale è definito principalmente da:
- Temperatura dell’aria;
- Umidità Relativa;
- Velocità dell’aria;
- N° medio di ricambi d’aria/ora.
Sono le “Linee Guida sugli standard di Sicurezza e Igiene del lavoro nel reparto operatorio” emanate nel 2009 dall Ispesl (ente poi cancellato) a stabilire quelli che sono i requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi, e i requisiti igienico-ambientali di un blocco operatorio.
Le condizioni termoigrometriche variano in funzione del tipo di attività chirurgica. Tuttavia, i valori considerati corretti per una sala operatoria sono:
- Temperatura dell’aria tra 20°-24° C;
- Umidità Relativa tra il 40-60% (indipendentemente dalla stagione);
- Velocità dell’aria tra 0.05-0.15 m/sec;
- Numero di ricambi dell’aria maggiore/uguale a 15.
Questi parametri vengono garantiti dalla presenza nella sala operatoria di un impianto di ventilazione e condizionamento a contaminazione controllata (VCCC) centralizzato, come previsto anche dal DPR 14/1/1997 (in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private) e dalla norma tecnica UNI EN ISO 7730:2006.
Il rispetto di questi valori è importante sia dal punto di vista del comfort termoigrometrico degli operatori, sia da quello microbiologico. Livelli eccessivamente alti di temperatura e umidità possono aumentare il rischio di proliferazione di specie potenzialmente patogene per l’uomo.
Dal punto di vista del comfort termico, tutti questi parametri microclimatici concorrono nel definire gli indici di comfort termico di Fanger PMV (Voto Medio Previsto) e PPD (Probabile percentuale di disagio), due valori che insieme esprimono il disagio dovuto da sensazione di caldo o di freddo in un determinato ambiente.
La norma UNI EN ISO 7730:2006 stabilisce che per le sale operatorie vanno considerati ottimali – dal punto di vista termico – gli ambienti caratterizzati da:
- 0.5 < PMV < +0.5;
- PPD < 10%.
Tale norma considera come indici di discomfort termico anche quelli legati alle correnti d’aria, alla simmetria radiante, alla differenza verticale di temperatura e alla temperatura del pavimento.
Tuttavia, nel blocco operatorio l’attenzione massima è sempre rivolta ai valori di temperatura e umidità relativa, necessari per ottenere i requisiti minimi di conformità di un ambiente alle attività chirurgiche.
Continua a leggere il prossimo paragrafo per conoscere come gestire in maniera ottimale questi parametri.
Sicurezza della sala operatoria: come gestire temperatura e umidità
La gestione ottimale dei parametri di temperatura e umidità all’interno del blocco operatorio viene fatta mediante impianto VCCC. Eventuali valori non conformi, possono essere regolarizzati andando ad agire direttamente sulle Unità di Trattamento Aria oppure sui termostati presenti all’interno della sala operatoria.
Ogni sala operatoria deve avere un impianto dedicato dotato di batterie di pre-riscaldo, di raffreddamento e di post-riscaldo, e di un impianto di umidificazione attivo, possibilmente a vapore o a getto d’acqua, senza ristagni nella vasca di raccolta della condensa, al fine di evitare problemi di contaminazione microbica specie da Legionella.
Premesso che l’obiettivo primario di questo impianto è la massima qualità dell’aria possibile all’interno di una sala chirurgica, per riuscirci è necessario che garantisca:
- Mantenimento delle condizioni termoigrometriche idonee a svolgere attività chirurgiche;
- Portata d’aria immessa sufficiente a tenere entro i limiti prefissati le concentrazioni di gas anestetici e/o altri inquinanti gassosi e di particolato totale aerodisperso;
- Erogazione di un flusso unidirezionale o laminare (9.000 m3/h d’aria, con parziale ricircolo) a velocità differenziata dell’aria immessa che decresce dal centro (tavolo operatorio e paziente) verso la zona circostante;
- Controllo della direzione dei flussi di aria, dalla zona più critica verso quella meno protetta;
- Immissione d’aria in portata maggiore del 15% rispetto a quella espulsa, per mantenere la sala operatoria in sovrappressione ed evitare l’ingresso di aria contaminata;
- Filtrazione assoluta con filtri HEPA di efficienza non inferiore a 99.97% a flusso laminare orizzontale e verticale;
- Soglia di rumorosità di almeno 3dB in meno rispetto al rumore di fondo della sala chirurgica.
Oltre al rispetto dei requisiti di progettazione dell’impianto VCCC definiti dalle Linee Guida Ispesl, è necessario predisporre un piano di controllo e manutenzione per garantirne il corretto funzionamento.
Impianto aria condizionata in sala operatoria: indicazioni per un buon funzionamento
Gli interventi di manutenzione e di bonifica degli impianti VCCC riducono la possibilità di contaminazione degli impianti stessi e, di conseguenza, delle sale operatorie che servono.
Va fatta una premessa: i limiti della contaminazione microbiologica in una sala operatoria sono molto più restrittivi di quelli di un qualsiasi altro ambiente di lavoro ospedaliero, perché i blocchi operatori sono ambienti con un elevatissimo rischio di infezione.
Ciò richiede una verifica periodica dell’efficienza degli impianti e dei parametri ambientali microclimatici, almeno ogni 6 mesi. La verifica dei requisiti prestazionali dovrà essere effettuata anche in caso di interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria o di rottura dell’impianto.
Per quanto attiene al controllo periodico, le valutazioni prestazionali dovranno tener conto di questi parametri:
- Perdita di carico dei dispositivi filtranti, da misurare tramite manometri differenziali montati sull’impianto;
- Portata e ricambi d’aria;
- Pressioni differenziali;
- Temperatura ed umidità relativa;
- Classificazione particellare;
- Recovery time;
- Monitoraggio microbiologico dell’aria in condizioni di at-rest (sala operatoria allestita e in assenza di personale).
- Valutazione del comfort termoigrometrico del personale in operational (sala operatoria allestita e in presenza di personale).
Le misurazioni vengono eseguite utilizzando una strumentazione idonea alla valutazione ambientale. Per garantire la massima efficienza dell’impianto, controlli e verifiche prestazionali si debbono accompagnare a:
- Ispezioni tecniche (mediante videoispezioni all’interno delle canalizzazioni);
- Analisi microbiologiche delle superfici e dell’aria immessa dagli impianti di condizionamento;
- Pulizia e disinfezione degli impianti con cadenza annuale, o con periodicità differente in base al livello di rischio riscontrato in fase di Valutazione del Rischio.
Un impianto che funziona significa aria salubre, asettica, con temperatura e umidità in equilibrio all’interno di una sala operatoria.
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