Cos’è il microclima ospedaliero

All’interno di un ospedale, esiste un concetto cruciale: quello del microclima ospedaliero. Si tratta di un insieme di parametri ambientali, che va decisamente oltre la mera temperatura e l’umidità dell’aria. E, piuttosto, si estende a quel delicato equilibrio termico tra l’individuo e l’ambiente circostante in uno spazio chiuso, come quello ospedaliero.

In condizioni ideali, questo equilibrio è praticamente perfetto. Il bilancio termico è pari allo zero e il termometro interno del corpo umano segna 37°C, il suo stato ottimale di “benessere termico”, in cui sentirsi in armonia con l’ambiente che lo circonda.

Questo è ciò che chiamiamo “Equal Comfort”, uno stato di equilibrio dove la temperatura corporea si bilancia con l’ambiente esterno, garantendo il massimo comfort.

Tuttavia, il microclima di un ospedale è più di un’idea astratta. Riveste un’importanza vitale poiché non solo influenza le prestazioni del personale medico e degli operatori sanitari, ma ha anche un impatto significativo sullo stato fisico e mentale dei pazienti.

Il comfort microclimatico non dovrebbe essere sottovalutato. È un elemento cruciale nella cura e nel benessere generale all’interno di un ospedale. Investire nell’ottimizzazione di questi parametri significa offrire un ambiente più sano, ridurre il rischio di infezioni, migliorare il recupero dei pazienti e sostenere il personale medico nel fornire cure di alta qualità.

Ti stai chiedendo come questo livello di eccellenza possa essere raggiunto? 

Le soluzioni per ottimizzare il microclima esistono e sono facilmente accessibili. Da sistemi di controllo termico avanzati a tecnologie progettate per migliorare l’aria e la qualità dell’ambiente, esistono strumenti mirati per creare l’ambiente ospedaliero ideale.

Per questo abbiamo pensato di realizzare un articolo esaustivo e dettagliato interamente dedicato a questo argomento. La nostra intenzione è di offrirti uno strumento completo che permetta di esplorare e approfondire ogni aspetto e sfumatura.

Prima di proseguire, leggi anche: “Cos’è il microclima: definizione e parametri.

Cos’è il Microclima ospedaliero e i fattori che lo influenzano 

Il microclima all’interno degli ambienti confinati, come gli ospedali, è un insieme complesso e delicato di parametri e variabili fisiche, chimiche e microbiologiche che definiscono l’atmosfera artificiale che respiriamo:

  1. Purezza;
  2. Temperatura;
  3. Umidità;
  4. Ventilazione o movimento;
  5. Pressione.

L’aria all’interno dell’ospedale deve essere pulita e priva di contaminanti per garantire un ambiente sano. In un ambiente confinato come quello ospedaliero lavorano e sostano di continuo delle persone. 

Queste respirando e compiendo determinate attività fisiche modificano l’aria in esso contenuta: l’ossigeno diminuisce e l’anidride carbonica negli ambienti indoor aumenta. Il limite tollerabile di respirabilità dell’aria confinata è data proprio da quest’ultima, che non deve superare l’1 per mille parti. Inoltre, anche stando semplicemente seduti, movimenti impercettibili del corpo determinano il movimento caotico di miliardi di particelle attorno.

Temperatura e umidità sono due elementi altrettanto determinanti nell’influenzare  il comfort termico e la sensazione di benessere all’interno dei reparti ospedalieri. La regolazione precisa di questi parametri è cruciale per evitare il disagio termico.

Per pazienti allettati che tendono ad avere una ridotta produzione di calore, la temperatura ottimale deve essere tra i 20 e i 24°C in inverno e tra i 22 e 26°C in estate. L’umidità relativa deve essere contenuta in una percentuale che va dal 35% al 70%. Tali parametri all’interno delle sale operatorie si mantengono invece fissi a prescindere dalla stagione:

  • Temperatura compresa tra i 20-24°C (sia in inverno che in estate);
  • Umidità relativa tra il 40%-60% (sia in inverno che in estate);

Anche la velocità dell’aria è indispensabile per favorire il benessere dell’organismo. I valori accettabili nelle sale operatorie devono essere compresi tra 0,05 e 0,15 m/s. In altri ambienti comuni i valori accettabili devono essere compresi tra i 40 e 50 cm al secondo in periodi caldi, mentre nel periodo invernale la velocità non deve superare i 12 cm al secondo.

È importante notare che questi parametri – velocità, umidità e temperatura – sono interconnessi e modificare uno di essi richiede un aggiustamento degli altri per mantenere l’equilibrio.

Nei settori ospedalieri che richiedono sterilità, come le sale operatorie, la pressione dell’aria deve essere leggermente superiore a quella esterna per evitare l’ingresso di agenti contaminanti (5 pascal). L’obiettivo primario dell’ottimizzazione delle condizioni microclimatiche, infatti, è quello di ridurre la diffusione delle infezioni ospedaliere.

A questi parametri sopraelencati, ne andrebbero aggiunti di ulteriori. L’uso accurato di illuminazione naturale e artificiale, innanzitutto, che può influenzare positivamente il benessere dei pazienti, accelerare la guarigione e ottimizzare le condizioni lavorative per il personale medico. L’illuminamento medio del locale pre-operatorio non dovrà essere inferiore a 500 lx., mentre quello medio della sala operatoria non dovrà essere inferiore a 1000 lx. L’illuminamento dovrà essere prodotto da apparecchi speciali dedicati (scialitica)

Una gestione efficiente di spazi e flusso di persone, nonché un ambiente con un livello acustico appropriato, sono due aspetti altrettanto essenziali per ridurre lo stress e migliorare la concentrazione, sia per i pazienti che per gli operatori sanitari. In ambienti operatori, in base alla tipologia di impianto, il livello di pressione sonora è 45 dB(A) per il flusso turbolento e 48 dB(A) per il flusso unidirezionale.

Ottimizzare il microclima ospedaliero richiede un approccio integrato che tenga conto di tutti questi fattori e che, soprattutto, li monitori costantemente ed eventualmente corretti, per evitare che possano influenzare in negativo il microclima che si crea all’interno di un ospedale.

Quali sono le caratteristiche del microclima nei diversi ambienti ospedalieri

Nel contesto ospedaliero, la salubrità dell’ambiente è vitale per il benessere e la sicurezza di pazienti e operatori che vi sono all’interno. I vari ambienti ospedalieri, ciascuno con una funzione specifica, richiedono una valutazione attenta e costante del microclima per garantire standard elevati di salubrità. Gli ambienti ritenuti più rilevanti sono soprattutto:

  • Sala operatoria;
  • Area di degenza;
  • Pronto soccorso;
  • Punto nascita-Sala parto;
  • Rianimazione e terapia intensiva;
  • Terapia intensiva neonatale;
  •  Medicina nucleare;
  • Farmacia ospedaliera;
  • Servizio mortuario.

Ogni ambiente ospedaliero, secondo le direttive del DPR del 14 gennaio 1997, deve rispettare determinati parametri microclimatici adattati alle attività svolte, ai requisiti strutturali e alle loro esigenze organizzative e tecnologiche.

Le modalità di verifica dei parametri del microclima ospedaliero all’interno delle strutture sanitarie sono di competenza delle Regioni, assieme alla verifica stessa che dovrebbe essere praticata almeno ogni cinque anni o quando si reputa necessaria.

Limitandosi ad alcuni degli ambienti più importanti nell’ecosistema ospedaliero, vediamo nel dettaglio quali parametri microclimatici dovrebbero avere: 

Sala operatoria

  • Temperatura invernale compresa tra 20 e 24°C;
  • Temperatura con valori estivi di 24- 26° C;
  • Umidità relativa ottenuta con vapore tra il 40-60% (sia in estate che in inverno);
  • Ricambi aria/ora con aria esterna senza ricircolo: 15 v/h;
  • Filtraggio aria 99,97%;
  • Differenza di pressione: almeno 5 Pa in più.

Camera di degenza

  • Temperatura invernale tra i 20°C ed i 22°C;
  • Temperatura estiva non superiore ai 28°C;
  • Umidità tra il 40-60%;
  • Ricambi d’aria all’ora: 2 v/h per le camere di degenza normali, 3 v/h per la degenza pediatrica, 12 v/h per servizi igienici;
  • Pressione parziale di anidride carbonica minore al 3 per mille.

Pronto soccorso ospedaliero

  • Temperatura invernale non inferiore a 20°C;
  • Temperatura per i locali visita, trattamenti e piccoli interventi tra i 18°C ed i 22°C;
  • Temperatura estiva non superiore a 28°C;
  • Indice di umidità relativa compreso tra il 40- 60%;
  • Numero ricambi aria/ora: 2 v/h.

Questi parametri sono solo una parte di un quadro più ampio che definisce la qualità dell’aria nell’ambiente ospedaliero. Garantire un microclima ottimale è fondamentale per preservare la salute e il benessere in queste importanti strutture sanitarie. E ciò richiede una gestione attenta e consapevole.

Leggi anche: “Temperatura Sala Operatoria: quali sono i parametri corretti”.

Microclima ospedale: come gestirlo in modo ottimale

L’organismo umano per funzionare correttamente deve mantenere un equilibrio. Ampie variazioni termiche possono determinare uno stress termico ed un profondo stato di sofferenza. 

Ecco perché il benessere all’interno di un ospedale è vitale: la stabilità del microclima influisce profondamente sullo stato fisico e mentale di chi vi lavora e dei pazienti. E questo si ottiene solo ottimizzando i parametri e garantire la giusta temperatura, umidità e pulizia dell’aria.

L’attenzione al rispetto e al mantenimento del microclima ospedaliero ha portato, negli anni, alla realizzazione di strutture sanitarie molto più idonee da questo punto di vista, con spazi ampi e vivibili, ed arredi sempre più funzionali ed accoglienti. Tecnologie avanzate, sistemi di controllo ambientale e un design intelligente, sono alcuni degli strumenti che possono essere impiegati per creare ambienti ospedalieri confortevoli e sani

Serve, infatti, tutta una serie di accorgimenti per mantenere questo equilibrio microclimatico e che riguardano la gestione di:

  • Riscaldamento (in inverno) e condizionatori (in estate), per evitare sbalzi eccessivi di temperatura e/o umidità tra interno ed esterno o da un ambiente all’altro;
  • Illuminazione, che deve essere adeguata, diffusa ed omogenea in ogni ambiente;
  • Ricambi d’aria, effettuati almeno 2 ogni ora, da garantire anche quando manca l’aerazione naturale.

Non va dimenticata poi la prevenzione delle infezioni chirurgiche, correlate alla contaminazione in sala operatoria. 

La provenienza delle infezioni, sia esogene che endogene, nella maggioranza dei casi è aereo-trasportata, poiché una particella di 5 micron può contenere 4-8 microrganismi, che possono determinare un rischio di contaminazione superficiale (Fonte: Allegato C – norma tecnica EN 13795: Teli chirurgici, camici e tute per blocchi operatori, utilizzati come dispositivi medici, per pazienti, personale clinico e attrezzature – Parte 1: Requisiti generali per fabbricanti, operatori e prodotti).

Dunque, nella valutazione del microclima non bisogna trascurare il controllo dei condotti di ventilazione e la gestione accurata dell’impiantistica.

Elementi come sovrailluminazione, surriscaldamento degli ambienti, utilizzo delle apparecchiature elettromedicali o comportamenti del personale richiedono una gestione attenta, perché potrebbero altresì influenzare negativamente il microclima di un ambiente confinato, come una sala operatoria. Per questo è necessaria una formazione specifica al problema, supportata da protocolli operativi idonei in linea con la normativa vigente.

Microclima in ospedale e normativa di riferimento

Il quadro normativo relativo al microambiente nei luoghi di lavoro, come gli ospedali, si concentra sulla valutazione del comfort termico e del possibile disagio derivante dalle diverse condizioni microclimatiche:

  1. D.Lgs n.81/2008 (Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro);
  2. Norma tecnica UNI EN ISO 7730-2006.

Queste norme definiscono le linee guida per valutare e mantenere il microclima negli ospedali e forniscono criteri e strumenti per valutare il livello di comfort e il grado di soddisfazione delle persone in tali ambienti, al fine di garantire le condizioni ottimali per la salute e il loro benessere.

Il titolo VIII del T.U. 81/2008 definisce il microclima come uno degli agenti di rischio fisico e ribadisce l’obbligo alla valutazione delle misure atte a minimizzare tale rischio. Pur riportando nell’allegato IV i parametri microclimatici di comfort valutabili, non indica criteri quantitativi ed indicazioni su come valutare questo rischio.

La normativa tecnica, invece, stabilisce metodo e criteri per una valutazione del comfort/discomfort microclimatico, in base ad indicatori sintetici di qualità: PMV (Predicted Mean Vote) e PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied).

Si tratta, rispettivamente, del giudizio medio di qualità termica relativo alle condizioni microclimatiche in esame e la percentuale di soggetti insoddisfatti dalle condizioni microclimatiche valutate. Se desideri approfondire l’argomento, fonti autorevoli che ti consigliamo di consultare sono:

La consultazione di queste fonti ti può fornire una panoramica approfondita e dettagliata sul tema, consentendo una migliore comprensione delle normative e dei metodi di valutazione.

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