microclima ospedaliero

Cos’è il microclima ospedaliero

Il concetto di microclima ospedaliero si riferisce ad un insieme di parametri ambientali, che condizionano lo scambio termico tra un individuo e l’ambiente circostante in un luogo chiuso, come un ospedale.

In condizioni ottimali questo bilancio termico è pari allo zero e la temperatura corporea si attesta al suo valore normale (a circa 37°C), che è poi il livello massimo di “benessere termico” (Equal Confort) di un soggetto nei confronti dell’ambiente.

Il comfort microclimatico all’interno di un ospedale è di estrema importanza perché, non solo condiziona le capacità lavorative dello staff medico e degli operatori sanitari, ma può influire anche sullo stato di sofferenza fisiologica dei pazienti.

Per questo abbiamo pensato di realizzare una guida completa dedicata a questo argomento. In modo da poter sviluppare, insieme, ogni sfumatura.

Quali parametri considerare per valutare il microclima in un ospedale

Il microclima dunque è quell’atmosfera artificiale presente all’interno di un ambiente confinato e determinata da alcuni parametri fisici, chimici e microbiologici dell’aria in essa contenuta, e cioè:

  1. Purezza;
  2. Temperatura;
  3. Umidità;
  4. Ventilazione o movimento;
  5. Pressione.

In un ambiente confinato come quello ospedaliero lavorano e sostano delle persone. Queste respirando modificano l’aria in esso contenuta: l’ossigeno diminuisce e l’anidride carbonica aumenta.

Il limite tollerabile di respirabilità dell’aria confinata è data proprio da quest’ultima, che non deve superare l’1 per mille parti.

Per pazienti allettati che tendono ad avere una ridotta produzione di calore, la temperatura ottimale deve essere tra i 20 e i 24°C in inverno e 22 e 26°C in estate.

L’umidità relativa deve essere contenuta in una percentuale che va dal 35% al 70%.

La velocità dell’aria è indispensabile per favorire il benessere dell’organismo.  I valori accettabili devono essere compresi tra i 40 e 50 cm al secondo in periodi caldi, mentre nel periodo invernale la velocità non deve superare i 12 cm al secondo.

I tre parametri (velocità, umidità e temperatura) devono essere confrontati tra di loro perché la modifica di uno deve prevedere modifica degli altri.

In ambienti ospedalieri dove non ci devono essere scambi con l’esterno, per esempio negli ambienti che devono mantenere la sterilità, un altro fattore da prendere in considerazione è la pressione. In questo caso,  essa deve avere valori leggermente maggiori di quella esterna.

È del tutto ovvio specificare che, questi parametri vanno monitorati costantemente ed eventualmente corretti, per evitare che possano influenzare in negativo il microclima che si crea all’interno di un ospedale.

Normativa di riferimento

 Il quadro normativo di riferimento relativo al microambiente è dettato da:

  • Dlgs n.81 del 2008 (Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro);
  • Norma tecnica UNI EN ISO 7730-2006.

Il titolo VIII del T.U. definisce il microclima come uno degli agenti di rischio fisico e ribadisce l’obbligo alla valutazione delle misure atte a minimizzare tale rischio.

Pur riportando nell’allegato IV i parametri microclimatici di comfort valutabili, non indica criteri quantitativi ed indicazioni su come valutare questo rischio.

La normativa tecnica, invece, stabilisce metodo e criteri per una valutazione del comfort/discomfort microclimatico, in base ad indicatori sintetici di qualità: PMV (Predicted Mean Vote) e PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied).

Si tratta, rispettivamente, del giudizio medio di qualità termica relativo alle condizioni microclimatiche in esame e la percentuale di soggetti insoddisfatti dalle condizioni microclimatiche valutate.

Il microclima negli ambienti ospedalieri

La salubrità di un ambiente confinato come un ospedale è essenziale per garantire il benessere e la salute delle persone che vi sono all’interno.

Un ospedale è strutturato in diversi ambienti, ciascuno con una sua funzione specifica. Quelli che vengono ritenuti maggiormente rilevanti, ed in cui va fatta un’attenta e costante valutazione del microclima, sono:

  1. Sala operatoria
  2. Area di degenza
  3. Pronto soccorso ospedaliero
  4. Punto nascita-Sala parto
  5. Rianimazione e terapia intensiva;
  6. Terapia intensiva neonatale;
  7.  Medicina nucleare;
  8. Farmacia ospedaliera;
  9. Servizio mortuario.

Ciascuno di questi ambienti, secondo le direttive del DPR del 14 gennaio 1997, deve possedere e mantenere alcune fondamentali caratteristiche microclimatiche, che variano in base alle attività che si svolgono al loro interno e ai loro particolari requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi.

Le modalità di verifica dei parametri del microclima ospedaliero all’interno delle strutture sanitarie sono di competenza delle regioni, assieme alla verifica stessa che dovrebbe essere praticata almeno ogni cinque anni o quando si reputa necessaria. 

Ma vediamo nel dettaglio quali parametri microclimatici dovrebbero avere tre degli ambienti più importanti nell’ecosistema ospedaliero.

Sala operatoria

  • Temperatura invernale compresa tra 20 e 24°C;
  • Temperatura con valori estivi di 24- 26° C;
  • Umidità relativa ottenuta con vapore tra il 40-60% (sia in estate che in inverno);
  • Ricambi aria/ora con aria esterna senza ricircolo: 15 v/h;
  • Filtraggio aria 99,97%;
  • Differenza di pressione: almeno 5 Pa in più.

Camera di degenza

  • Temperatura invernale tra i 20°C ed i 22°C;
  • Temperatura estiva non superiore ai 28°C;
  • Umidità tra il 40-60%;
  • Ricambi d’aria all’ora: 2 v/h per le camere di degenza normali, 3 v/h per la degenza pediatrica, 12 v/h per servizi igienici;
  • Pressione parziale di anidride carbonica minore al 3 per mille.

Pronto soccorso ospedaliero

  • Temperatura invernale non inferiore a 20°C;
  • Temperatura per i locali visita, trattamenti e piccoli interventi tra i 18°C ed i 22°C;
  • Temperatura estiva non superiore a 28°C;
  • Indice di umidità relativa compreso tra il 40- 60%;
  • Numero ricambi aria/ora: 2 v/h.

Come mantenere il microclima ottimale nei vari ambienti ospedalieri

L’organismo umano per funzionare correttamente deve mantenere un equilibrio. Ampie variazioni termiche possono determinare uno stress termico ed un profondo stato di sofferenza.

Solo con l’ottimizzazione dei parametri microclimatici è possibile garantire uno stato ideale di benessere psicofisico di chi lavora all’interno di un ospedale e dei degenti.

L’attenzione al rispetto e al mantenimento del microclima ospedaliero ha portato, negli anni, alla realizzazione di strutture sanitarie molto più idonee da questo punto di vista, con spazi ampi e vivibili, ed arredi sempre più funzionali ed accoglienti.

L’equilibrio del microclima va però mantenuto stabile adottando una serie di accorgimenti che riguardano in particolare:

  • Gestione del riscaldamento (in inverno) e dei condizionatori (in estate), per evitare sbalzi eccessivi di temperatura e/o umidità tra interno ed esterno o da un ambiente all’altro;
  • Illuminazione, deve essere adeguata, diffusa ed omogenea in ogni ambiente;
  • Ricambi d’aria, almeno 2 ogni ora, da garantire anche quando manca l’aerazione naturale.

Fonti utili per approfondire l’argomento

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